Razzismo e schiavitù nel reenactment a stelle e strisce

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Negli ultimi due-tre decenni, le rievocazioni storiche negli Stati Uniti non si limitano più ad eventi come la guerra di secessione o la guerra di indipendenza, ma hanno avuto come oggetto alcuni eventi traumatici legati alla schiavitù e al razzismo, come ad esempio la riproposizione di aste di schiave e schiavi, loro fughe, episodi di linciaggio. Ad una prima impressione, si potrebbe pensare che performance di eventi tanto terribili non solo trivializzino la storia, ma creino anche una maggiore sfiducia e animosità tra i vari gruppi della società americana. Se in effetti alcune volte tali spettacoli hanno riacceso aspri dibattiti sull’opportunità di rivangare certi episodi, i gruppi multirazziali che partecipano alle rievocazioni sono convinti al contrario che, sfidando le versioni tradizionali della storia nazionale americana, contribuiscono alla lotta contro l’oppressione razziale, avviando nuove possibilità di dialogo, collaborazione e solidarietà.

Le rievocazioni di episodi traumatici legati alla schiavitù e alla tratta sono iniziate negli Stati Uniti nei primi anni novanta. Una delle più famose è la messa in scena nel 1994 di un’asta degli schiavi a Colonial Williamsburg, uno dei più grandi musei viventi del distretto storico di Williamsburg, in Virginia. In seguito alle critiche ricevute a livello nazionale e locale, questa particolare performance non è più stata riproposta; in ogni modo, altri eventi legati alla schiavitù sono rievocati continuamente attraverso il Paese. Tali rievocazioni sono molto diverse da quelle più classiche sulle guerre – le quali riproducono in sostanza una sorta di gioco – in quanto richiamano emozioni estremamente forti, oltre che configurare una sorta di ritualità. Una delle rievocazioni traumatiche più studiate da questo punto di vista, è il linciaggio di Moore’s Ford in Georgia, avvenuto nel luglio del 1946, in cui quattro giovani afroamericani furono brutalmente uccisi.

Moore’s Ford Lynching Monument, @NBC News

Dal 2005, la performance della rievocazione del linciaggio viene ripetuta ogni anno e centinaia di persone vi partecipano come attori o spettatori. Uno dei principali scopi delle rievocazioni annuali è, secondo gli organizzatori, incoraggiare i testimoni ancora viventi di quell’episodio a farsi avanti e denunciare gli aggressori. In effetti, come in molti altri casi di linciaggio, nessuno dei colpevoli è stato arrestato sino a oggi e questo impedisce alla comunità di superare il trauma legato a questo episodio. Altri motivi che spingono le persone a partecipare alla rievocazione sono, per i bianchi, il senso di giustizia e solidarietà necessari per raggiungere una sorta di riconciliazione con gli afroamericani; per questi ultimi, invece, il senso di dolore personale e collettivo: per loro la storia di violenza razziale e di ingiustizia alla base dei linciaggi è ancora presente nella società americana e si traduce nelle incarcerazioni e morti premature degli afroamericani. Per molti, queste performance annuali rappresentano inoltre suggestivi e complessi incontri con i morti, un modo per onorare gli spiriti delle persone schiavizzate decedute e per connettersi con generazioni precedenti che hanno resistito alla schiavitù e alla discriminazione razziale.

Moore’s Ford Lynching Reenactment, @NBC News

Un altro tipo di rievocazione traumatica molto diffusa e controversa è la simulazione delle fughe attraverso la Underground Railroad. Per oltre tre decenni ormai, migliaia di studenti americani hanno rievocato tali fughe a scuola, nei campi estivi e nei centri giovanili, identificandosi con i fuggitivi e scappando per i boschi, attraversando fiumi, inseguiti da (finti) cacciatori di schiavi. Nonostante le numerose critiche rivolte a tale programma, per gli organizzatori si tratta di un progetto che contribuisce non solo all’insegnamento della storia della schiavitù, ma anche a interiorizzare tale esperienza per una sorta di terapia antirazzista.

Underground Railroad Experience, @springhillhistorichome.com

Nonostante i dubbi che possiamo avere nei confronti delle rievocazioni storiche e del loro scopo educativo, è indubbio che nelle esperienze di rievocazioni traumatiche come quelle descritte i partecipanti provano stati emozionali di orrore, paura, angoscia che facilitano un dialogo costruttivo di riconciliazione. Inoltre, tali pratiche di mimetismo comportano spesso profonde dimensioni mistiche e spirituali, assenti invece nelle rievocazioni più classiche.

Federica Morelli
Ė professoressa associata di Storia delle Americhe all’Università di Torino, dove si occupa di Americhe coloniali, schiavitù, rivoluzioni atlantiche, cittadinanza e formazioni delle categorie razziali nelle società coloniali e postcoloniali. Ha recentemente curato, con Sofia Venturoli, il volume Geografia, razza e territorio (il Mulino, 2021).

(Aggiornato al 9 febbraio 2023)