Cile '73, una storia infinita

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Cile '73, una storia infinita

David Muñoz Gutiérrez. Essere testimone di un colpo di stato

David Muñoz Gutiérrez. Essere testimone di un colpo di stato

L’11 settembre 1973 David Muñoz Gutiérrez si trovava a Santiago e assistette in diretta ai primi concitati momenti del golpe, come racconta in questa intervista. Era un dirigente del Partito socialista cileno, segretario regionale della provincia di Cautin. Ricercato dal regime di Pinochet, cominciò un periodo di clandestinità fino all’arrivo all’ambasciata italiana dove rimase quasi un anno. Nel 1974 riuscì ad espatriare in Italia: da quel giorno vive nel nostro Paese, a Bologna.

14 min

Andrea Mulas. L’onda lunga dell’11 settembre 1973

Andrea Mulas. L’onda lunga dell’11 settembre 1973

Studioso della storia e delle istituzioni dell’America Latina, ricercatore indipendente della Fondazione Lelio e Lisli Basso, Andrea Mulasè autore di diversi saggi, tra cui tre sull’esperienza del governo Allende in Cile e il suo influsso a livello italiano. Scrive per Confronti, Patria e Jacobin. Gli abbiamo chiesto di inquadrare la vicenda del colpo di stato di Pinochet nei suoi influssi sulla politica e la società italiane, oltre che di raccontarci gli effetti di lungo periodo sulla società cilena.

14 min

Colonia Dignidad: il Trentino, gli orrori e l’ombra di Pinochet

Colonia Dignidad: il Trentino, gli orrori e l’ombra di Pinochet

Sono passati 50 anni dal colpo di stato in Cile. Una delle ferite più profonde per la storia della società locale è rappresentata da Colonia Dignidad, un’enclave conformata da una setta di emigranti tedeschi filonazisti il cui gerarca era dedito alla pedofilia, che divenne centro di tortura, assassinio e desaparición degli oppositori politici al regime di Augusto Pinochet. E che si costruì sopra le macerie di una fallita colonia trentina.

4 min

Pinochet va al Lido…Pablo Larraìn racconta il suo Cile

Pinochet va al Lido…Pablo Larraìn racconta il suo Cile

Si può raccontare la dittatura militare di Pinochet attraverso protagonisti marginali, situazioni grottesche e un’estetica sgradevole? Una delle voci più interessanti del cinema cileno, protagonista anche all’ultimo Festival di Venezia, ci fa conoscere la drammatica storia del suo Paese attraverso punti di vista inattesi: i passi di Tony Manero imitati da un ballerino senza scrupoli, le giornate grigie di un impiegato dell’obitorio, le trovate di un pubblicitario per rovesciare il sistema e la crisi esistenziale di un vampiro in Patagonia.

3 min

Murales di lotta

  • In memoria

    Quest’anno, a 50 anni dal golpe, all’interno dell’Estadio Nacional de Chile a Santiago è stato realizzato un grande murale, in memoria di ciò che accadde proprio lì. Nello stadio migliaia di persone sospettate di essere oppositori al nuovo regime furono imprigionate. @Estadio Nacional Memoria Nacional ex Prisioneros/as Políticos/as

  • I volti, le persone

    Il murale mostra la prigione, i visi disfatti di chi veniva torturato, il dramma delle giovani donne violentate, la ricerca dei detenuti scomparsi. L’opera ha potuto contare sul contributo di artisti provenienti da 19 paesi diversi, oltre che di ex prigionieri e loro discendenti. @Estadio Nacional Memoria Nacional ex Prisioneros/as Políticos/as

  • Mezzo litro di latte

    Il programma di governo di Salvador Allende prevedeva mezzo litro di latte per ogni bambino cileno. I muri del Cile sono stati riempiti annunciando questa iniziativa per combattere la mortalità infantile. Murale realizzato nel 1971 a Santiago di fronte ad un asilo nido. @Il sogno dipinto, Eduardo “Mono” Carrasco

  • La cultura è il nostro futuro

    La cultura aveva grande importanza nel governo popolare di Salvador Allende. Molti murales realizzati promuovevano un’idea di cultura come motore di crescita ed emancipazione per tutto il pololo. Questo fu dipinto nel 1971. @Il sogno dipinto, Eduardo “Mono” Carrasco

  • Solidarietà dall’Italia

    In uno degli stabilimenti della ITALTEL a Milano venne realizzato uno dei primi murales in solidarietà con il popolo cileno. Era il 1974. Oggi quel murale non esiste più, se ne conserva solo una fotografia. @Il sogno dipinto, Eduardo “Mono” Carrasco.

  • Il Liceo cambia nome

    Nel 1975, durante un’assemblea generale, un liceo di Milano decise di cambiare il proprio nome. Divenne il “Liceo Salvador Allende”. Per l’occasione venne organizzato un concerto del gruppo cileno in esilio Inti-Illimani e dipinto un grande murale. C’è ancora. @Il sogno dipinto, Eduardo “Mono” Carrasco.

  • Documentare

    Nello stesso Cile, durante la dittatura di Pinochet, centinaia di murales di protesta vennero realizzati. Molti di essi furono documentati dal fotografo Andrés Romero Spethman, che lavorava a fianco alle “brigades” autrici delle opere, prima che venissero cancellati. Questo, realizzato a Santiago e fotografato tra il 1989 e il 1990, raffigura un uomo e una donna imprigionati. @Harvard University Collection, Andrés Romero Spethman

  • E chist chi è?

    Per finire, un’immagine un po’ diversa: un’opera dello street artist italo-olandese Jorit Agoch. Il murale, nel Rione Cavour a Barra (Napoli), rappresenta il volto di Salvador Allende, all’interno di una cornice realizzata dall’artista cileno Mono Gonzalez. Jorit ha spiegato così la scelta del soggetto: «Mettiamoci nei panni di un ragazzino o di una ragazzina di periferia. Passano e vedono questo disegno. Magari gli danno un’occhiata distratta dal finestrino dell’auto o della Circumvesuviana e pensano “E chist chi è?”⟫. @La gente di Napoli