Nel corso della storia chiunque abbia avuto il coraggio di criticare e sfidare il potere mettendo in discussione lo status quo è stato etichettato come “scomodo”, ribelle o dissidente, pagando spesso con la vita il prezzo delle proprie idee.
Il 2024 segna il Centenario dall’assassinio di Giacomo Matteotti, una delle figure più emblematiche della storia politica (e non solo) italiana. Matteotti, onorevole socialista, è l’uomo che in parlamento sfidò apertamente Mussolini e il nascente regime, denunciando le violenze e i brogli elettorali perpetrati dai fascisti. Nel suo discorso alla Camera dei Deputati del 30 maggio 1924 li accusò di aver vinto le elezioni attraverso intimidazioni, violenze e manipolazioni. Sapeva che quel discorso avrebbe avuto delle conseguenze, e lo disse chiaramente: “Io il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”. Il suo assassinio, avvenuto il 10 giugno 1924 per mano di sicari fascisti, rappresentò uno dei punti di svolta nella storia del regime e la sua morte gettò un’ombra lunga sulla coscienza nazionale, alimentando un’opposizione morale e politica che, seppur repressa, non si spense mai completamente. L’uccisione di Matteotti fu il tentativo di mettere a tacere la coscienza di una nazione che si stava piegando alla dittatura, ma il suo assassinio contribuì a forgiare una resistenza silenziosa che avrebbe portato, molti anni dopo, alla caduta del regime.
Nell’anno del Centenario della sua morte, Matteotti è stato celebrato con una serie di mostre che rendono omaggio alla sua figura, ripercorrendo non solo gli anni della lotta politica, ma anche la sua eredità morale e intellettuale. Le iniziative di commemorazione non sono semplici celebrazioni di un eroe del passato, ma riflessioni profonde sul valore del coraggio e della resistenza contro il potere autoritario, in un tempo in cui la difesa dei valori democratici è più che mai attuale.
A Roma, presso palazzo Braschi, è stata allestita la mostra Vita e morte di un padre della Democrazia. L’esposizione, promossa da Roma Capitale e dall’Assessorato alla Cultura, è suddivisa in quattro sezioni che ripercorrono la vita e l’impegno politico del leader socialista: dagli esordi giovanili all’affermazione nazionale, dalle battaglie per la democrazia all’opposizione al fascismo, di cui fu tra i primi a comprendere la natura totalitaria, fino al tragico epilogo. L’ultima sezione esplora il “Mito di Matteotti” focalizzandosi sulla sua eredità politica e sul ruolo che riveste ancora oggi nell’immaginario collettivo. L’intento espositivo è non solo restituire al pubblico il valore di Matteotti, ma anche far conoscere alle nuove generazioni la storia di uno dei padri della nostra democrazia.
A Rovigo, suo comune di nascita, sono state organizzate due iniziative per commemorare il percorso umano e politico del leader del partito socialista: la ristrutturazione della Casa Museo Giacomo Matteotti, presso la città natale a Fratta Polesine, e la mostra Giacomo Matteotti storia di un uomo libero allestita a Palazzo Roncale.
La casa museo è stata rinnovata dallo studio 120 grammi e Luca Molinari Studio. Il nuovo percorso museale si snoda tra i vari ambienti dell’abitazione e offre uno sguardo intimo sulla vita privata e pubblica del politico, raccontando non solo le battaglie politiche ma anche il suo ambiente familiare e intellettuale.
La mostra invece è promossa dal Comitato Provinciale per le Celebrazioni del Centenario e dalla Regione del Veneto e si focalizza non solo sull’impegno politico di Matteotti e sullo scontro con il regime fascista, ma indaga anche i suoi rapporti familiari e la passione per la musica. Entrambe queste iniziative puntano a restituire un’immagine completa di Matteotti, andando oltre la figura del martire e offrendo una visione più articolata della sua persona e del suo contributo alla democrazia.
Filippo Turati dopo l’assassinio di Matteotti pronunciò la frase: “Egli vive, Egli è qui presente, e pugnante”. La mostra Vivi presenti pugnanti – l’Aventino e l’antifascismo dopo Matteotti, allestita a Milano presso la Casa della memoria, inizia proprio da questo celebre discorso per raccontare il periodo sucessivo all’assassinio di Matteotti con un focus particolare sulla secessione dell’Aventino. Promosso dall’Università degli Studi di Milano e dall’Istituto nazionale Ferruccio Parri, il percorso espositivo si sviluppa intorno a due installazioni immersive che guidano da un lato i visitatori attraverso il clima di violenza del regime fascista e dall’altro verso le risposte democratiche dell’opposizione.
Presso la Biblioteca della Camera dei Deputati “Nilde Iotti” è stata inaugurata la mostra itinerante Giacomo Matteotti, ritratto per immagini, realizzata dalla Fondazione Giacomo Matteotti e dalla Fondazione di studi storici Filippo Turati. Si compone di una ricca documentazione originale, e in gran parte inedita, composta di circa 300 fotografie, documenti e oggetti che restituiscono l’immagine di uomo devoto alla famiglia, intellettuale, sportivo e socialista impegnato nella lotta per la democrazia. Nel corso del 2024 l’allestimento è stato adattato a diversi spazi museali e non ed è approdato, tra gli altri, al Polo Museale dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, all’Archivio di Stato presso la Reggia di Caserta, a Palazzo Lanfranchi a Pisa, alla Galleria Civica di Bolzano, e poi in diverse città europee.
La figura di Matteotti rimane straordinariamente attuale e le mostre di questo Centenario ci offrono non solo l’opportunità di riflettere su quanto accaduto un secolo fa, ma anche di interrogarsi sul presente e sul futuro della democrazia. Oggi più che mai è fondamentale ricordare la sua storia e tenere viva la memoria di chi ha avuto il coraggio di essere caparbiamente “scomodo”’.
(Aggiornato al 5 novembre 2024)