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History Lab Magazine va all’università

Il numero che avete appena letto è stato interamente realizzato dalla classe di “Storia e analisi delle comunicazioni di massa” dell’Università di Bologna, laurea magistrale in Scienze storiche. Gli studenti e le studentesse del corso sono stati le prime “cavie” di un’attività laboratoriale che la Fondazione Museo storico del Trentino propone ai corsi di storia e Public History, con l’obiettivo di coinvolgere futuri lavoratori e lavoratrici del settore nel costruire un prodotto di comunicazione e divulgazione storica. 

Il numero, interamente dedicato al rapporto fra media e verità, ha preso piede a partire da alcuni quesiti: qual è il ruolo che svolgono i mezzi di comunicazione nel trovare la verità in un caso di cronaca, in uno scandalo, in una guerra? Quale nel portare i fatti all’attenzione dell’opinione pubblica? Quale nel costruire le narrazioni che si impongono all’interno della società? Il tutto senza prescindere da questa domanda: esiste davvero la “Verità”?

Non sono domande (molto complesse) nate negli uffici di Trento, dove lavora la redazione del Magazine, ma in un’aula di San Giovanni in Monte, a Bologna, bellissima sede della facoltà di Storia. Partendo dal lavoro che la classe stava già svolgendo per il corso del professor Mirco Dondi, abbiamo infatti plasmato il nostro workshop provando a tenere insieme i temi tanto variegati scelti dalla classe (e rispondendo così alle esigenze del docente). Trovare un filo che tenesse tutto assieme, un taglio da dare a questo numero del Magazine, è stata la maggiore difficoltà, ma il risultato ci pare decisamente soddisfacente. 

L’attività nel suo complesso si è sviluppata in più momenti. Il primo è consistito in una presentazione online del Magazine e delle rubriche che lo compongono, rubriche che riflettono i diversi linguaggi (interviste video, audio, scritte, articoli, gallerie di immagini, e così via) con cui si può fare storia. Il secondo, invece, ha visto due redattori – il sottoscritto e Sara Zanatta – confrontarsi di persona con la classe, mettendola alla prova nel lavoro redazionale. L’ultima parte, infine, si è svolta su un tempo più dilatato e sfilacciato, ovviamente a distanza: ogni contenuto è stato discusso e vagliato fra gli autori, le autrici e i curatori del numero. 

Illustrato il funzionamento del lavoro redazionale che ogni mese produce un numero monografico della rivista, siamo scesi nel capoluogo emiliano per dare avvio alla parte pratica del progetto. Ascoltati dai diretti interessati i casi scelti per la tesina e l’interesse che questi destano sotto il profilo del rapporto fra media e opinione pubblica, si è poi proceduto a dividere la classe in piccoli gruppi, affidando loro un compito: produrre la scaletta dell’ipotetico prossimo numero.

Durante il tempo a disposizione, i gruppi hanno così dovuto individuare un taglio e alcuni dei contenuti principali: i “Punti di vista”, “Pop culture”, la “Gallery”, un approfondimento. Così, si sono misurati con il lavoro più arduo della redazione: dare un senso e una coerenza al numero. Gli unici criteri richiesti, per l’occasione, sono stati la fattibilità e l’attenzione ad alcune regole fondanti del nostro Magazine, come l’equa rappresentanza di genere. 

Una volta concluso questo momento, abbiamo cercato di tirare le fila. Il fruttuoso confronto con la classe ha portato alla definizione del taglio – il complicato rapporto fra media e verità – e di alcune proposte di contenuto. Come spesso accade, però, il tempo è tiranno e ciò ci ha spinti a organizzare un secondo momento, ancora una volta a distanza, per definire la scaletta. È cominciato così il lavoro con cui i singoli hanno prodotto il loro contenuto.

Da parte della redazione, il lavoro è consistito a questo punto nel revisionare e smussare i contenuti prodotti dalla classe e nell’accompagnarli in alcuni momenti, soprattutto le interviste, che per molti e molte di loro potevano presentare qualche difficoltà. Nel giro di qualche mese, il numero è stato così definito e ultimato. Il risultato lo avete visto scorrendo l’homepage. Chiunque fosse interessato ad avere maggiori informazioni sul workshop offerto dalla Fondazione Museo storico del Trentino per le lauree e i master universitari può scrivere alla mail: hl@museostorico.it