I quotidiani sono una fonte primaria indispensabile per studiosi e persone a vario titolo interessate. Spesso sono difficilmente consultabili online intere periodicità se ci si confronta solo con emeroteche e biblioteche digitali, che possiedono una minima parte dei fascicoli quotidiani nazionali. In questo articolo, si analizzano criticamente quattro archivi storici online delle principali testate, note per la loro storia e diffusione. Possono essere osservati dal punto di vista dell’accessibilità (come si accede e come si ricerca tra i dati), della leggibilità e della completezza del contenuto, considerando un archivio una “raccolta di atti, testi stampati, documenti giornalistici, fotografici, cinematografici, televisivi che possono in un certo modo avere valore documentario, catalogati in modo da rendere agevole la consultazione e il reperimento del materiale” (Treccani).
L’archivio storico online è stato inaugurato nel 2016 ed è accessibile tramite un abbonamento. Tra le note positive vi è la possibilità di accedere a percorsi tematici e di ricerca avanzata, tramite un’interfaccia google friendly. Oltre a ciò, si può creare un archivio personale con articoli selezionati. Non è possibile però far ricerca per frasi esatte, ma solo per termini chiave, e scaricare il pdf di un articolo. Per ovviare a quest’ultimo problema esiste un servizio aggiuntivo a pagamento denominato Archivio Pro. Nell’archivio storico, in un’ottima definizione, sono presenti le tre testate mainstream nella loro completezza: Corriere della Sera, Corriere del Pomeriggio e Corriere dell’Informazione; tuttavia, mancano all’appello la Domenica del Corriere, il Corriere dei Piccoli e La Lettura: di quest’ultima esiste un archivio separato ad accesso ristretto.
L’archivio online è nato nel 2010 ed è ad accesso libero: i punti di forza di questo strumento stanno nella possibilità di scaricare un’intera pagina in pdf gratuitamente e nel poter compiere query abbastanza dettagliate, avvalendosi di un numero cospicuo di metadati e dell’interrogazione per frasi esatte. I limiti risiedono in un’interfaccia datata, in una maschera di ricerca poco intuitiva e nell’impossibilità di creare un archivio personale. Malgrado tutto ciò, la base dati risulta più facilmente interrogabile in virtù dei suoi strumenti di ricerca rispetto alle proposte parziali, rinvenibili in rete. La qualità della digitalizzazione tende, a volte, ad essere piuttosto modesta; tuttavia, tutte le uscite storiche de La Stampa sono presenti all’interno dell’archivio fino al 2005.
L’archivio è in rete dal 2008 e non è a pagamento. Purtroppo, presenta delle criticità: al visitatore si propone un’interfaccia datata, con pochi campi di ricerca e manca anche l’opportunità di crearsi un archivio personale. È possibile però interrogare la base dati per parole singole o frasi esatte, e scandagliare anche tra i video pubblicati sul sito del quotidiano. L’archivio presenta gli articoli solo in formato testuale puro, senza foto e impaginazione. Mancano i numeri del quotidiano dal 1976 al 1984. Vi è la possibilità di consultare tutti gli articoli delle sezioni locali de La Repubblica e di altri quotidiani del gruppo GEDI.
L’archivio è consultabile tramite un abbonamento. È poco strutturato e non risulta funzionale ad un’interrogazione approfondita: mancano campi di ricerca specifici, ma garantisce, con una buona qualità, i singoli numeri quotidiani, di cui è possibile scaricare i pdf. Sono presenti tutti i numeri del Messaggero edizione nazionale, ad eccezione delle due annualità iniziali (1878-1879), insieme alle sezioni locali del giornale.
Insomma, gli archivi online sono necessari per un’indagine storica sui quotidiani, poiché danno accesso ad un gran numero di informazioni, ma per garantire maggiore democraticità bisognerebbe implementare l’offerta gratuita e la qualità delle digitalizzazioni. Finché ciò non avverrà, una parte della nostra storia rimarrà ancora dominio di pochi studiosi, che frequentano gli archivi fisici.
Angelo Agosti
Classe ’98, laureando in Scienze Storiche dell’Alma Mater Studiorum, si è appassionato alla storia leggendo, a 14 anni, Emilio Lussu. Da qualche anno si occupa della catena alpina e del suo passato, anche violento. Non disdegna mai una partita a scacchi o uno spettacolo di stand-up comedy.
(Aggiornato al 17 novembre 2022)