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Quando il volontariato fa una biblioteca, il caso di Internet Archive

Nel recente articolo La storia come bene comune: le nuove frontiere della public history digitale Serge Noiret ha notato come nell’era della public history digitale una delle maggiori novità sia la possibilità, da parte di un pubblico potenzialmente infinito, di co-creare materiali di storia. Quindi il crowdsourcing, cioè la capacità degli utenti di generare contenuti, rappresenta uno dei capisaldi a cui qualsiasi appassionato di storia deve rifarsi. In questo scenario assumono importanza alcune biblioteche digitali, collezioni variegate di risorse digitali o digitalizzate, che si servono della collaborazione dei propri utenti. 

Tra tutte spicca per fama Internet Archive. Questa istituzione non-profit fu fondata nel 1996 con lo scopo di garantire un accesso universale alla conoscenza; questo obiettivo è stato raggiunto tramite le donazioni di enti, di privati e il lavoro di milioni di volontari-utenti. Ogni giorno, chiunque sia dotato di un account gratuito può compiere l’upload di contenuti digitali, così da permettere ai fruitori di Internet Archive di consultare materiali di diverso genere, dalle foto ai video. La biblioteca digitale rappresenta ad oggi una risorsa fondamentale nel mondo della ricerca e dell’informazione in virtù dei suoi quasi 38 milioni e mezzo di documenti testuali, 7 milioni di filmati, oltre 14 milioni di documenti sonori e 4 milioni di immagini. Internet Archive è uno strumento utile per contrastare il digital divide, cioè la differente possibilità e capacità di accedere alle nuove tecnologie, poiché non pone barriere di alcuna sorta alla sua fruizione.

Ma come si presenta Internet Archive? L’interfaccia ci permette di navigare all’interno del suo patrimonio servendosi delle otto tipologie di materiali oppure della ricerca trasversale; è possibile anche una interrogazione avanzata tramite le numerose voci disponibili. La qualità di ogni singola risorsa è variabile, ma si può notare che per ogni scheda si segnalano l’autore del caricamento del file, le recensioni sulla qualità del documento, in quale collezione si ritrova e, soprattutto, altri oggetti simili. 

Ma Internet Archive è anche altro. Per gli appassionati di libri, Internet Archive ha patrocinato il progetto Open Library.

Open Library prevede la costituzione di una biblioteca digitale ad accesso universale, in cui l’utente è spinto non solo a consultare migliaia di contenuti, ma anche a condividere una serie di informazioni in suo possesso, in merito alla risorsa. Si ha la possibilità, per ogni singolo documento, di acquistare il libro se si preferisce o prenderlo in prestito presso una vicina biblioteca; se non soggetto a copyright si può procedere al suo download. Però è necessario essere registrati per poter scaricare gratuitamente dei contenuti, diversamente da Internet Archive. Fintanto che Open Library impedirà la diffusione dei suoi contenuti a tutti gli utenti, registrati o meno, non si potrà definire, realmente, una risorsa che possa garantire l’accesso universale. 

Internet Archive è nota inoltre ai più per il suo servizio di archiviazione di siti web: la Wayback Machine. Questo progetto, che si serve sempre della collaborazione di milioni di volontari-utenti, rende possibile la visione di siti web ancora esistenti o oramai scomparsi, semplicemente inserendo una URL. 

In fin dei conti, Internet Archive è divenuto uno strumento fondamentale, al di là delle sue pecche, per l’informazione storica nell’era del crowdsourcing; a dimostrazione di ciò, le istituzioni di ricerca sempre più se ne servono per divulgare le proprie pubblicazioni ad un pubblico ampio.

(Aggiornato al 27 settembre 2023)

Angelo Agosti
Classe ’98, laureando in Scienze Storiche dell’Alma Mater Studiorum, si è appassionato alla storia leggendo, a 14 anni, Emilio Lussu. Da qualche anno si occupa della catena alpina e del suo passato, anche violento. 
Non disdegna mai una partita a scacchi o uno spettacolo di stand-up comedy.