Probabilmente il modo migliore per trovare un libro è frequentare una libreria fisica o una biblioteca e perdersi tra gli scaffali lasciandosi attrarre dalle copertine, dalle trame e soprattutto dai consigli dei librai e dei bibliotecari. Ma questa esperienza, come hanno spiegato al New York Times Sebastian Cwilich, co-fondatore dell’azienda Tertulia assieme al digital designer Robert Lenne e a Lynda Hammes, ex editore di Foreign Affairs, può essere riprodotta anche online.
Le indicazioni e i consigli su cosa leggere di certo non mancano, ma secondo gli ideatori dell’app, per un lettore è facile trovare qualcosa che sa di volere; molto più difficile è invece scoprire una novità e appassionarsene. Lo stesso discorso vale per le case editrici che faticano a vendere online libri di autori emergenti o poco conosciuti. In ogni caso, la discussione sui libri resta confusa e frammentaria: “Tertulia potrebbe riuscire a mettere ordine nel caos e costruire un vero discorso digitale sui libri” ha affermato Sloane Crosley, che ha partecipato alla fase di test dell’app.
Ma come funziona Tertulia? L’applicazione si avvale sia dell’intelligenza artificiale che di quella umana, aggregando discussioni e chiacchiere sui libri provenienti da tutto il web: post sui social, recensioni su siti specializzati, articoli pubblicati sui giornali online. Crea quindi una lista personalizzata con cinque libri consigliati non sulla base delle vendite (come fanno, ad esempio, molte riviste che pubblicano “i più venduti della settimana”), ma sulla base delle conversazioni apparse in rete. Il lettore, a sua volta, è invitato a fornire una serie di indicazioni che aiutano l’app nella scelta del libro da consigliare. Si chiede di indicare, molto semplicemente, quali sono i generi letterari preferiti, ma anche il tipo di persone da cui si vorrebbero ricevere i consigli di lettura: critici letterari, poeti, storici, personaggi dello spettacolo e via dicendo. A Tertulia è possibile accedere anche tramite Twitter, e così i dati forniti dal social permettono di profilare meglio l’utente.
Questa applicazione – che condivide l’obiettivo con altre piattaforme simili (Bookinfinity, Booksi, Goodreads) ma si differenza per il modo utilizzato per raggiungerlo – punta a replicare quel meccanismo di passaparola che guida la maggior parte delle vendite nei negozi fisici. Non è tuttavia priva di alcune criticità. Ad esempio, dovrà essere in grado di riconoscere le recensioni autentiche ed eliminare quelle sponsorizzate dalle case editrici che spesso investono ingenti capitali in campagne di marketing con influencer e creatori di contenuti. Inoltre bisognerà vincere la sfida di convincere i lettori – continuamente bombardati da informazioni, consigli e recensioni di libri – a scaricare un’applicazione dove cercare attivamente i prodotti editoriali da acquistare.
In ogni caso, Tertulia ci pare una novità ambiziosa, che avrà successo se sarà in grado di diventare un aggregatore di raccomandazioni che superino il solito sistema di assegnazione che va da una a cinque stelle.
(Aggiornato al 14 settembre 2022)