41 milioni di persone in Italia sono attivi utilizzatori di social: si tratta del 67,9% della popolazione totale, una percentuale estremamente alta.
A livello planetario siamo a 4,2 miliardi di persone che usano i social, il 53,6% del totale.
Sono dati, tratti dall’indagine “Digital 2021” condotta da We are social e Hootsuite, che mostrano la pervasività di questi strumenti.
Presidiarli dunque è ormai una necessità più che una scelta per le aziende, le istituzioni o i cittadini che intendono far conoscere e promuovere le proprie attività.
Anche la maggior parte dei musei è entrata da tempo in questa arena. Molti curano particolarmente questo tipo di comunicazione.
Vediamo alcuni esempi che riguardano Instagram. Si tratta del quarto social più utilizzato dopo Whatsapp, Youtube e Facebook, costantemente in crescita e particolarmente apprezzato da un pubblico giovane.
Il DDR Museum pubblica regolarmente post dedicati agli oggetti della sua collezione. Sono composti da immagini in qualità corredate da una breve descrizione in tedesco e in inglese. I testi talvolta si chiudono con domande rivolte al pubblico che può interagire riportando la propria opinione ed esperienza. Anche la resa visiva complessiva della pagina è particolarmente curata risultando così armonica e piacevole da guardare.
Il Museo ebraico di Berlino utilizza molte strategie diverse: pubblica frequentemente video, domande rivolte al pubblico, fotografie, mosaici di immagini in grafica. Risulta interessante la frequente pubblicazione di citazioni che hanno affinità con le tematiche di cui normalmente si occupa. Le citazioni sono impaginate e pubblicate come immagine, e sono corredate nel testo da una breve biografia dell’autore. Si tratta di un tipo di contenuto che consente di toccare temi di ampio respiro che non faticano a intercettare l’interesse di diversi pubblici.
Il Getty Museum usa con costanza lo strumento dei reel, video di pochi secondi particolarmente accattivanti. I reel del Getty sono dedicati ad opere d’arte, particolari di opere d’arte, oggetti di design, immagini, edifici. In ciascuno, un attore o un’attrice racconta una curiosità o un aspetto dell’oggetto presentato. I video sono molto lavorati graficamente e giocano su un tono e uno stile leggeri e scherzosi. L’attore e le attrici coinvolti sono nel tempo diventati quasi dei personaggi incaricati di guidare lo spettatore alla scoperta di un patrimonio artistico.
Per avere un esempio italiano si può guardare alla pagina Instagram della Triennale di Milano. Qui salta all’occhio una particolare cura della resa visiva della pagina nel suo insieme. Si tratta di una scelta in linea con le finalità di questa istituzione. Ci sono schemi visivi ricorrenti con un uso dello strumento del mosaico applicato anche ad immagini in grafica.
(Aggiornato al 1 aprile 2022)