Tenere alta l’attenzione del pubblico durante una lezione di storia non è una passeggiata. Eppure c’è uno storico che è riuscito a diventare un influencer culturale seguito da migliaia di persone. Parliamo di Alessandro Barbero.
Alessandro Barbero ospite di FMsT
Anche il canale YouTube della Fondazione Museo storico è andato incontro all’effetto Barbero. Dal 2010 infatti sono stati condivisi sulla piattaforma più di 1400 video tra lezioni, documentari e interviste che raccontano la storia e la memoria del Trentino e del Tirolo storico e non solo. Ma uno in particolare ha riscosso un successo inaspettato: Prospettive – Caporetto per chi perde, Caporetto per chi vince, una lezione di storia tenuta dal professor Barbero nell’ambito dell’iniziativa organizzata da Laterza Lezioni di Storia nel 2015, ciclo di eventi che ha riscosso un grande successo nei teatri di diverse città italiane, tra cui Trento e Rovereto.
La risposta del pubblico è stata più che positiva: oltre 100.000 visualizzazioni e 500.000 impression. Un altro dato da tenere in considerazione è la durata di visualizzazione media: le statistiche ci dicono che l’attenzione media è stata di 17 minuti, a fronte di una permanenza che si aggira in genere intorno ai 5 minuti. Ma quello che colpisce maggiormente sono i tanti commenti pieni di affetto e stima per Barbero che, in questa occasione, è riuscito a presentare un evento storico controverso come la disfatta di Caporetto utilizzando una narrazione diversa da quella che viene proposta solitamente nei libri di storia, pur analizzando le fonti con estrema precisione e stimolando riflessioni critiche nel pubblico. Grazie a questo video il canale della Fondazione Museo storico del Trentino ha acquisito una grande visibilità e ancora oggi attira nuovi fan sulla pagina.
Ma chi è Alessandro Barbero e qual è il segreto del suo successo?
Professore di storia medievale all’Università del Piemonte Orientale, Barbero ha svolto le sue attività di ricerca parallelamente alla scrittura di romanzi storici. Nel 1996 ha vinto il Premio Strega con il suo primo romanzo Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo, edito da Mondadori per intercessione di Aldo Busi, e ha raggiunto la popolarità televisiva nel 2007 come ospite di Superquark. Negli ultimi anni, è diventato una star del web grazie alla diffusione delle sue lezioni di storia al Festival della Mente di Sarzana. Da lì in poi è stato un susseguirsi di meme spassosi, podcast (come il Podcast di Alessandro Barbero curato da Fabrizio Mele, un’incredibile storia di successo che trovate qui), pagine e gruppi sui social network, alcune dai toni goliardici – come Alessandro Barbero noi ti siamo vassalli – e altre – come Alessandro Barbero: la storia – che condividono ogni sua apparizione aumentandone il mito.
Numeri che fanno riflettere
Siamo di fronte a una rara eccezione nel panorama culturale italiano. La popolarità dello storico torinese, infatti, sembra nascere dal puro e semplice passaparola (Barbero non è presente su nessuna piattaforma social con un suo profilo ufficiale), contro le normali logiche dello star system, dove gli intellettuali faticano a ritagliarsi uno spazio di ascolto. Tutto è cominciato proprio con i video delle lezioni e delle conferenze tenute da Barbero in giro per l’Italia con quello stile diventato inconfondibile. L’esempio più famoso è una lezione di storia su Camillo Benso di Cavour che ha quasi due milioni di visualizzazioni, ma ricordiamo anche la conferenza in cui spiega gli eventi della seconda guerra mondiale, oppure il suo primo intervento al Festival della Mente del 2012 in cui, a partire da Caterina da Siena, racconta la figura della donna nel Medioevo (ad oggi più di 800.000 visualizzazioni su YouTube). Numeri che fanno riflettere considerando che sono di fatto delle lezioni di storia lunghe più di un’ora, spesso registrate in maniera indipendente con una scarsa qualità audio e video e senza l’utilizzo di alcuna forma di pubblicità.
L’umanità di Alessandro Barbero piace a tutti
Eppure, il carisma e le grandi doti comunicative di Barbero sono riuscite a coinvolgere il pubblico: tutti ormai riconoscono il suo modo di gesticolare e il timbro incalzante della sua voce quando ricostruisce gli eventi storici. Nonostante il titolo di professore, Barbero non si mette mai su un piedistallo, anzi, nelle sue lezioni cerca sempre di arrivare insieme al suo pubblico a una conclusione che non ha mai la presunzione di essere definitiva. Alessandro Barbero piace proprio per questo. Perché è umano, e in lui vediamo una curiosità sincera che spinge a far luce sul passato per comprendere meglio il presente. Questo fenomeno rappresenta uno dei grandi vantaggi dei social network e della cultura digitale contemporanea: il mondo della ricerca diventa accessibile e va incontro alle nuove generazioni. E chissà che in futuro nuovi e nuove influencer culturali aiutino a valorizzare le tante realtà che operano in questo settore.
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(Aggiornato al 1 aprile 2022)