Museo di Volandia a Malpensa: il grande sogno dell’aria

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Correva l’anno 1909 e un giovane imprenditore trentino, Gianni Caproni, camminando per i prati intorno a Cascina Malpensa, decise che in quel luogo sarebbe sorto un campo d’aviazione. Nelle sue intenzioni, l’ampia spianata sarebbe stata perfetta per collaudare nel modo più efficiente possibile i prototipi che già erano disegnati nella sua mente di giovane e brillante ingegnere aeronautico. La fortunata collocazione, ad utile distanza dal capoluogo lombardo, avrebbe invece garantito un afflusso più celere dei materiali. Caproni, l’uomo che costruiva prototipi in un hangar di legno e che per primo pensò che vendere aerei potesse essere un business, così parlava nel 1913 a un inviato della Gazzetta dello Sport: “Nell’avvenire dell’aviazione vedo grandi linee aeree da città a città, con aeroplani capaci di cento e più passeggeri. Motori da 300 a 500 cavalli ciascuno azioneranno serie di eliche o di turbine. Rispetto agli attuali aeroplani saranno come un odierno transatlantico nei confronti di un canotto”. Quel primo campo d’aviazione è diventato l’Aeroporto Intercontinentale di Milano Malpensa: laddove il meccanico e autista Ugo Tabacchi fece volare il biplano Ca.1, primo aeroplano di casa Caproni, ora transitano giornalmente migliaia di viaggiatori e tonnellate di merci.

Il sogno di Gianni Caproni e il suo progetto visionario di far volare centinaia di passeggeri, è diventato realtà. 

Fin dai suoi albori, la passione del volo ha trovato terreno fertile in Lombardia. L’incantevole connubio tra le dolci colline, i massicci innevati e la sconfinata pianura padana – capace di ispirare maestri della penna del calibro di Stendhal o Manzoni – è stata la cornice perfetta per la fiorente industria dell’aria nel Bel Paese. Caproni, Agusta, Aermacchi e SIAI-Marchetti hanno rappresentato per anni l’eccellenza italiana in campo aeronautico, ideando e sviluppando modelli capaci di record tutt’ora imbattuti. Questa grande vocazione e orgogliosa tradizione industriale è sapientemente raccontata e tramandata dal Parco Museo del Volo Volandia – sito a Somma Lombardo e adiacente all’Aeroporto Internazionale di Milano Malpensa – che si sviluppa proprio in quello che fu il complesso produttivo delle storiche Officine Aeronautiche Caproni. Il Museo di Volandia, con i suoi 60 mila mq di spazio espositivo – primato museale italiano –, racconta la storia che è transitata nei suoi edifici per oltre un secolo, ripercorre le vite di imprenditori, progettisti e pionieri del volo, conserva e valorizza i modelli frutto del loro ingegno e rivela i processi produttivi che hanno caratterizzato la fabbricazione dei primi aeromobili. 

Il Museo di Volandia, nei suoi storici hangar, espone pezzi unici, mezzi che hanno fatto la storia dell’aviazione mondiale ma anche i più moderni e tecnologici velivoli che equipaggiano l’Aeronautica Militare e le Forze Armate Italiane. Alla missione di conservazione e divulgazione affianca quella di laboratorio permanente, un’officina delle cose meravigliose. Al Museo per esempio sta prendendo forma, grazie ad un gruppo di volontari appassionati, la replica dell’S.55X il mitico idrovolante con cui Italo Balbo e le sue flottiglie compirono le celebri “crociere” attraverso gli oceani. Un gigante di legno e tela, ricostruito interamente a mano partendo dai disegni originali, da abili maestri d’ascia, ingegneri ma anche semplici appassionati. 

Altri hangar di quella che fu la Caproni ospitano simulatori professionali di volo, una scuola piloti, un percorso per droni amatoriali, persino officine di manutenzione per aeroplani in servizio. Accanto alla vita contemporanea del parco espositivo animata da una squadra di volontari, tutti professionisti in pensione, ci sono naturalmente le collezioni storiche. Non solo quelle aeronautiche ma anche le collezioni dedicate al trasporto su gomma, come la Collezione di Nuccio Bertone. Una galleria che va dalla Giulietta Sprint alle splendide dream-car create da Gandini, dalle Lamborghini dell’epoca d’oro agli ultimi prototipi firmati Mike Robinson. Altra splendida collezione dedicata al design automobilistico è quella che ospita disegni, progetti, tele e sculture di Flaminio Bertoni, il geniale artista e designer che inventò per Citroën i rivoluzionari modelli DS, 2CV e il “brutto anatroccolo” Ami 6. Fuori dai capannoni, impreziositi da reliquie art nouveau come la cappella degli aviatori, ci sono anche le decine di mezzi ferroviari e stradali della collezione Ogliari. 

Volandia dunque non è solo volo e i suoi spazi non rappresentano vestigia fossilizzate del passato ma fanno da cornice ad un importante patrimonio museale, per molti aspetti unico al mondo, espressione di una realtà viva e vivace, ricca di iniziative culturali che può essere fortemente attrattiva anche per migliaia di giovani e di studenti. Al Museo bambini e ragazzi di ogni età possono scoprire e conoscere il mondo affascinante del volo e non solo frequentando laboratori didattici e lezioni tematiche, seguendo percorsi interattivi in una location suggestiva e piena di storia, rimasta intatta dai primi del ‘900, in cui si respira l’aria dei pionieri del volo di inizio secolo. Grazie ad alcune competenze di base e con l’assistenza di tecnici, piloti, esperti del settore, studiosi e appassionati alle varie e multiformi tematiche di approfondimento offerte dal Museo, i ragazzi possono anche partecipare a importanti attività di conservazione e restauro di aerei storici, nelle officine dedicate al recupero conservativo del patrimonio aeronautico museale.

Il Museo di Volandia rappresenta, quindi, un’occasione unica per riscoprire il “sogno del volo” proprio laddove esso è diventato realtà.  

Delia Durione
Delia Durione da oltre trent’anni lavora nel settore Musei e Beni Culturali. Ha maturato una lunga esperienza sia presso Musei Civici, d’Arte Moderna e Contemporanea e archeologici, sia presso importanti collezioni private, occupandosi dell’organizzazione di mostre d’arte, della gestione delle collezioni museali e dell’Ufficio Stampa. La grande passione aeronautica, derivante dall’appartenenza a una famiglia che vanta tre generazioni di ufficiali piloti dell’Aeronautica Militare, la portano nel 2009 a collaborare alla creazione e alla nascita del Parco e Museo del Volo Volandia, ove tutt’ora lavora in qualità di Responsabile dell’Area Museale e delle Attività Culturali.

(Aggiornato al 6 luglio 2023)