Peio, una storia d’acqua

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Nel cuore della Val di Sole, la comunità di Peio ha attraversato nel corso del Novecento una trasformazione profonda, che ha lasciato tracce nel paesaggio ma anche nella memoria di chi l’ha vissuta. Peio, una storia d’acqua è un documentario che racconta questa evoluzione attraverso oltre trenta interviste, dando forma a un racconto intimo e collettivo insieme.

Il progetto si inserisce nel percorso delle Memorie di comunità, promosso dalla Fondazione Museo storico del Trentino per valorizzare le narrazioni partecipate. Al centro del racconto c’è l’acqua: elemento vitale, simbolico e produttivo, che ha accompagnato la vita della valle dalle pratiche contadine fino all’industrializzazione.

Un tempo usata per mulini, segherie e fonti termali, l’acqua diventa nel dopoguerra motore di sviluppo: sorgono gli stabilimenti di imbottigliamento, il turismo si amplia, e si apre l’epopea dell’idroelettrico. L’acqua del Noce diventa risorsa strategica per contrastare lo spopolamento e l’emigrazione. Ma, a fronte del progresso, la popolazione paga un prezzo altissimo: le malattie da lavoro nei cantieri, la silicosi, i lutti familiari. C’è chi racconta il padre morto in galleria e il posto “ereditato” a 14 anni, chi ricorda l’infanzia interrotta dal lavoro precoce. Il valore del film risiede anche nel metodo adottato: un’intervista non strutturata, fondata

sull’ascolto empatico e sul rispetto dei tempi del racconto. L’intervistatore assume un ruolo di ascoltatore attento, come un familiare che raccoglie una memoria preziosa. Il percorso si snoda dai ricordi d’infanzia alla maturità, componendo una biografia collettiva in cui il lavoro, l’ambiente e le relazioni intergenerazionali emergono in modo spontaneo e autentico.

Un aspetto fondamentale di ogni Memoria di comunità è la restituzione pubblica. Non si tratta solo di produrre un documentario, ma di riportare il racconto alla comunità che l’ha generato. Le proiezioni pubbliche, gli incontri con i protagonisti, i momenti di condivisione intergenerazionale non sono semplici eventi collaterali: sono parte integrante del progetto. È in queste occasioni che la memoria si trasforma in consapevolezza collettiva, che il vissuto individuale trova eco nella comunità e si sedimenta come memoria sociale.

Peio, una storia d’acqua non è solo un documento audiovisivo: è un atto di restituzione, un esempio di public history vissuta, dove la narrazione del passato non è calata dall’alto, ma nasce dall’ascolto paziente, dalla presenza nei luoghi, dal rispetto dei tempi della memoria. In un momento storico in cui il rapporto tra territorio, risorse e memoria rischia di smarrirsi sotto la pressione del presente, queste storie ci ricordano che ogni comunità porta con sé un’eredità preziosa. Raccoglierla, condividerla e trasmetterla è un compito che riguarda tutte e tutti noi.

(Aggiornato al 30 settembre 2025)