Brillante caricaturista e acquafortista francese, ma anche giornalista, scrittore, inviato di guerra nonché inventore, Albert Robida (1848-1926) è un uomo del suo tempo, un intellettuale eclettico, aperto e affascinato dai cambiamenti in atto nella civiltà occidentale, esponente di un mondo, quello intellettuale europeo del XIX-XX secolo, che è anche motore di un’epoca densa di profondi e radicali mutamenti culturali. Soprattutto in Francia, la sua fama è legata ad alcuni straordinari romanzi d’avventura e di anticipazione.
Nelle sue opere Robida immagina un futuro globalizzato e avveniristico. Descrive la vocazione tecnologica dell’Europa dei primi anni del Novecento, i cambiamenti culturali e sociali, l’avvento di nuovi sistemi di comunicazione e trasporto. Anticipa invenzioni che noi, cittadini del XXI secolo, conosciamo sin troppo bene: dai quotidiani online alle piattaforme digitali di comunicazione, dalle aeromacchine alle navi volanti che permettono di superare i confini tra nazioni e continenti.
La guerre infernale è uno dei capolavori francesi della letteratura dell’immaginario. Uscito tra il gennaio e l’agosto 1908 in oltre 30 numeri, è un periodico settimanale d’avventura rivolto a catturare l’attenzione dei più giovani. Pubblicato assieme a Pierre Giffard (1853-1922), giornalista per Le Figaro e Le Petit Journal, scrittore e corrispondente di guerra durante il conflitto russo-giapponese del 1904, il giornalino per ragazzi è arricchito da circa 500 disegni di Robida.
Malgrado si affidino a strumenti comunicativi diversi, i due autori riescono a dar vita a un racconto capace di profetizzare caratteri e modalità di un conflitto bellico moderno, dove progresso e sviluppo industriale portano a guerre ipertecnologiche e totali. Robida e Giffard delineano le potenziali e devastanti conseguenze della scienza e preannunciano l’utilizzo di armi che sarebbero comparse di lì a poco sui campi di battaglia europei e mondiali, dall’aereo ai mezzi corazzati, dai missili radiocomandati alla guerra chimica. È specialmente nell’ambito di quella che sarà, a breve, la guerra aerea che il duo riesce a dare corpo alla loro immaginazione.
Ambientato nel 1937, questo romanzo d’appendice racconta una guerra di dimensioni globali scoppiata per futili motivi, a causa di un litigio sorto tra gli ambasciatori di Germania e Gran Bretagna per l’ordine in cui avrebbero dovuto ricevere il dessert durante una cena alla Conferenza di pace dell’Aia. Un giornalista del quotidiano L’an 2000 raggiunge la zona di guerra: grazie a velocissime aeromacchine, riesce ad attraversare l’Europa e a descrivere i caratteri che il conflitto ha assunto in pochissimo tempo tanto da estendersi a tutto il pianeta con sottomarini e incrociatori che pattugliano gli oceani, con velivoli armati che dominano il cielo e giganteschi tunnel sotterranei costruiti per trasformare Londra in un enorme rifugio antiaereo. Le vicende artisticamente raccontate da Robida anticipano non solo i conflitti futuri, come ad esempio la guerra tra Stati Uniti e Giappone, ma anche alcuni episodi che avranno effettivamente luogo nel corso della prima e della seconda guerra mondiale, come il bombardamento di Londra.
In queste illustrazioni l’artista francese preconizza l’evoluzione tecnica e tecnologica dell’aereo, il suo impiego militare e il suo ruolo da protagonista nelle guerre del futuro. “Fantasie” che si spingono persino a descrivere i modi del combattimento aereo, con equipaggi che scagliano dal cielo ordigni esplosivi o affrontano gli avversari sparando con fucili e pistole. Immaginari che, di lì a poco, avrebbero trovato applicazione pratica concretizzando drammaticamente quelle che, fino a quel momento, erano state solo visioni.
È nel 1911, nel corso della guerra italo-turca, tre anni dopo la pubblicazione de La guerre infernale, che il più pesante dell’aria entra in scena per la prima volta sul campo di battaglia; ed è sempre nel 1911 che avviene il primo bombardamento aereo sul nemico, quando il tenente Giulio Gavotti, a bordo di un monoplano Etrich Taube, lascia cadere sui nemici alcune bombe a mano Cipelli ad Ain Zara e nei pressi dell’oasi di Tagiura. Così l’ufficiale italiano ricorderà quella sua prima esperienza: «Ho deciso di tentare oggi di lanciare delle bombe dall’aeroplano. È la prima volta che si tenta una cosa di questo genere e se riesco sarò contento di essere il primo […]. Vedo due accampamenti […]. Poco prima di esservi sopra afferro la bomba colla mano destra; coi denti strappo la chiavetta di sicurezza e butto la bomba fuori dall’ala […] ho colpito giusto […]. Scendo molto contento del risultato ottenuto […]. Tutti si dimostrano assai soddisfatti».
Malgrado questo significativo antecedente, all’inizio della Grande Guerra il compito assegnato all’aviazione fu in realtà perlopiù circoscritto alla ricognizione e all’osservazione aerea. Quando nel 1914 scoppiò la guerra, gli eserciti belligeranti avevano in dotazione aerei non armati: le uniche armi presenti a bordo dei velivoli erano quelle individuali di piloti e osservatori. Una modalità di combattimento che, a suo tempo, l’artista francese aveva avuto modo di rilevare.
Per molti aspetti, Robida può essere considerato un visionario, un intellettuale all’avanguardia, un artista precursore, capace di dare forma estetica alla rivoluzione tecnologica del XX secolo. Non è dunque un caso che le collezioni del Museo dell’aeronautica Gianni Caproni di Trento conservino alcuni disegni originali de La guerre infernale, esposti per la prima volta in occasione della mostra Il dominio dell’aria: genesi e realtà del bombardiere Caproni Ca.3 attualmente allestita presso il Museo dell’aeronautica Gianni Caproni.
(Aggiornato al 6 luglio 2023)