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Il dirigibile tedesco Hindenburg: un museo sulla storia degli Zeppelin

Una grande suggestione: così si presentano gli spazi espositivi dello Zeppelin Museum di Friedrichshafen, in Germania, sul lago di Costanza, dove si trova la più grande collezione al mondo dedicata al volo in dirigibile. La parte più sensazionale ti aspetta subito, all’inizio. Superata la soglia dell’ingresso principale, si apre davanti agli occhi – o meglio, sopra le teste dei visitatori – la ricostruzione parziale del dirigibile LZ 129 Hindenburg, lunga 33 metri. Con una scala, che scende dall’alto, direttamente dalla pancia del dirigibile, i visitatori accedono all’interno della struttura, dove sono riprodotti gli ambienti di un tempo, la stanza da pranzo, le cuccette, gli altri alloggi.

Lo Zeppelin in volo sopra al museo – Foto Alessandro de Bertolini

Tra i più grandi oggetti volanti mai costruiti, il dirigibile tedesco LZ 129 Hindenburg era un modello di Zeppelin prodotto negli anni trenta del secolo scorso. Lungo quasi 250 metri, aveva un volume di 200.000 metri cubi e poteva trasportare oltre 130 persone, tra passeggeri e uomini dell’equipaggio. Il primo prese il volo nel 1936, tra lo stupore della folla. Ma poco dopo, l’Hindenburg divenne tristemente famoso per il disastro aereo del 1937, quando, a pochi metri dal suolo, un esemplare prese fuoco causando la morte di quasi la metà delle 100 persone a bordo. 
La struttura, realizzata interamente in alluminio, è stata in parte ricostruita nel museo, ricavato dentro un grande edificio razionalista a più piani, bombardato durante la seconda guerra mondiale e più volte ristrutturato, sulle rive del lago di Costanza. 

La ricostruzione dello Zeppelin – Foto Alessandro de Bertolini

Il museo, che accoglie ogni anno oltre 240.000 visitatori, deve il suo nome a Ferdinand von Zeppelin (Costanza, 1838 – Berlino, 1917), progettista e generale tedesco. Durante il percorso espositivo si scoprono il percorso biografico dell’inventore degli Zeppelin e le caratteristiche strutturali del dirigibile, gli sforzi che hanno condotto i progettisti a realizzare questi giganti dell’aria e le visioni che alimentavano la loro fantasia. Ma, soprattutto, il museo racconta una lunga storia di innovazioni tecnologiche. Il focus delle collezioni riguarda gli Zeppelin, i dirigibili Parseval e Schütte Lanz, gli sviluppi simultanei di tecnologie simili che avvenivano in Francia, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti.

Pannelistica interna – Foto Alessandro de Bertolini

L’esposizione è ricchissima di elementi di cultura materiale, comprendendo frammenti e scheletri di dirigibili, eliche, motori d’alta quota, ingranaggi e molto altro. I reperti storici sono accompagnati da documenti, disegni tecnici, beni personali, manifesti, cartoline, giornali, foto o documenti di aerofilatelia. Tra le sale, numerosi exhibit sono dedicati ai bambini, che trovano postazioni interattive per stimolare la comprensione delle leggi fisiche che rendevano possibile il volo. Uno store, all’ingresso della struttura, mette a disposizione oggettistica e giocattoli per facilitare l’apprendimento dei più piccoli. 

Le postazioni interattive – Foto Alessandro de Bertolini

La narrazione dello Zeppelin rappresenta il percorso permanente del museo, ma non l’unico. A fianco della tecnologia, anche l’arte. Così il museo coniuga scienze umane e scienze naturali. Il lago di Costanza, infatti, fu meta di frequentazioni per importanti artisti dell’avanguardia tedesca durante il Terzo Reich. 
Per chiunque visiti la cittadina di Friedrichshafen, sponda nord del lago di Costanza, lo Zeppelin Museum è oggi tappa obbligata. Qui, tutto si chiama Zeppelin, anche la locale università. Alzando gli occhi al cielo, del resto, li vedi volare… ancora adesso. Sono i recenti Zeppelin NT (Neue Technologie), gli ultimi eredi dei modelli del Novecento, utilizzati da alcuni anni per voli turistici (anche se la cifra da sborsare, diverse centinaia di euro, non è proprio alla portata di tutti). 

(Aggiornato al 7 luglio 2022)