Non c’è vita senza acqua è il podcast di Chora Media, realizzato in collaborazione con A2A, condotto da Serena Giacomin e scritto da Ilaria Orrù. L’acqua, tema centrale, è raccontata da Giacomin nei suoi cicli, problemi e rapporti con l’essere umano, nel passato, nel presente, e soprattutto con uno sguardo attento rivolto al futuro. Giacomin si fa affiancare da voci autorevoli del mondo della meteorologia e degli studi climatici – da Luca Mercalli, a Francesca Greco, a Mario Calabresi – alternando aspetti scientifici a storie familiari e aneddoti storici. Gli episodi sono tre e, sebbene differiscano per tematiche, si può rintracciare un fil rouge che collega ogni puntata: comprendere cosa possiamo fare per utilizzare al meglio la risorsa vitale che è l’acqua.
Nel ripercorrere il ciclo dell’acqua, il climatologo e meteorologo Luca Mercalli spiega che essa «ha attraversato epoche e luoghi che nemmeno immaginiamo». L’acqua permette la vita, ma fattori artificiali stanno contribuendo a una profonda trasformazione. I cambiamenti distruttivi, in costante peggioramento, che il pianeta sta attraversando mettono in discussione il rapporto che abbiamo avuto finora con questa risorsa e la sua disponibilità, accentuando disparità geografiche e demografiche. Fattori economici, sociali e politici influenzano pesantemente il ciclo idrologico tradizionale, sia in risposta che come risultato del riscaldamento globale.
L’ascendente umano nel naturale corso dell’acqua non è un fenomeno esclusivo del presente. Giacomin cita Leonardo Da Vinci, il “maestro dell’acqua”, che in ambito idraulico ha lasciato preziosi materiali di studio e analisi, tra cui il Codice Leicester sul moto delle acque, assieme a riflessioni che, oggi, lo renderebbero il massimo esponente sul tema.
Il rapporto dell’uomo con l’acqua è complesso, a partire dalla nostra assoluta dipendenza dai prodotti della terra. Eppure, l’andamento della crisi climatica e le sue conseguenze sembrano indicare che abbiamo dimenticato questa dipendenza fondamentale dal territorio. Il secondo episodio del podcast si concentra sulla produzione agricola, grazie agli interventi di Mario Calabresi e Angelo Gaja, che raccontano la difficoltà di doversi confrontare con un riscaldamento globale sempre più intenso, i cui effetti si ripercuotono su ciò che consumiamo, dalle percentuali alcoliche dell’uva per il vino, alla stagionalità sfasata e diversa che cambia gli alimenti sul tavolo. L’adattamento, quindi, è necessario.
Nel terzo episodio del podcast, che riprende l’evento Life Talks organizzato da A2A presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Tullio Montagnoli porta alcuni dati significativi: sono due miliardi le persone senza accesso all’acqua nel mondo, e più di quattro miliardi quelle senza possibilità di usufruire di servizi igienici. Di questo passo si arriverà a considerare l’acqua un bene di lusso, il cosiddetto “oro blu”.
Con Francesca Testella si esplorano le forme di tutela dell’acqua, sia formale che sostanziale. La tutela formale è il riconoscimento espresso del diritto all’acqua, che però non è così vincolante come può sembrare. Testella sottolinea il paradosso di molti Paesi che, pur avendo adottato questo diritto formale, violano altri diritti umani, vanificando quella che dovrebbe essere una soluzione umanitaria e paritaria. La tutela sostanziale, invece, significa consentire ad ogni essere vivente (comprese piante e animali) di ricevere acqua per il proprio sostentamento naturale. È la forma di tutela che vige in Italia, fondamentalmente; non è riconosciuto un diritto dal punto di vista costituzionale, ma vi è una proprietà pubblica abbastanza forte da permettere a tutti i cittadini di avere l’acqua. Questa abbondanza ricorda l’Isaura di Calvino, città dai mille pozzi che sorge su un profondo lago: da lì si ricava l’acqua che muove la vita cittadina, nutre il verde delle piante e dà origine a figure mitologiche e culti religiosi. Secondo Giacomin, potremmo avere le stesse possibilità immaginate da Calvino se solo imparassimo a gestire meglio i nostri consumi quotidiani, anche a livello individuale.
L’acqua porta con sé una serie di considerazioni e problematiche alle quali è difficile trovare una soluzione. Confrontarsi con tematiche con una scala spaziale e temporale così ampia può sembrare un ostacolo insormontabile. In ambito accademico, però, si stanno muovendo dibattiti e ricerche innovative per contribuire alla preservazione e all’uso più sostenibile dell’acqua; dinamiche note e di lunga tradizione, ma che vanno adattate alla contemporaneità delle sfide climatiche.
Secondo Luca Mercalli, è urgente passare al rinnovabile, consumare meno, diventare più efficienti e preservare i beni comuni, come il suolo. Tutto è collegato, e bastano una serie di accorgimenti per fare la differenza. Per il futuro c’è (ancora) tanta speranza; c’è la possibilità di vedere i frutti di questo percorso di consapevolezza che è già iniziato, e riguarda tutto il pianeta. Insomma, abbiamo il potere di cambiare la traiettoria del nostro futuro climatico e globale, un piccolo passo alla volta, ma ognuno facendo la propria parte. « Siamo come l’acqua, delle piccole gocce che, insieme, » conclude Giacomin, « possono diventare un grandissimo oceano ».
(Aggiornato al 30 settembre 2025)