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Tra imbrattamento e street art

A tutti è capitato di imbattersi in scritte sui muri o graffiti e rimanerne piacevolmente colpiti oppure fortemente infastiditi. Murales e tag sono un fenomeno diffuso e parte integrante di molte città. La loro presenza suscita spesso controversie: per alcuni sono espressioni della creatività di singoli artisti o collettivi, mentre altri si dimostrano critici e ne condannano l’impatto sul patrimonio monumentale e sull’ambiente urbano. 

La Soprintendenza dei beni culturali della Provincia autonoma di Trento si è occupata della questione relativa alle forme di imbrattamento ritenute dalla normativa illegittime attraverso un progetto educativo che sensibilizza i giovani sull’impatto che scritte e graffiti hanno su muri, monumenti e palazzi storici della città. L’obiettivo è quello di creare consapevolezza sul danno che tali azioni possono avere su un bene e delle ingenti risorse che vengono investite per tentarne la rimozione.

Ma facciamo un passo indietro. Il fenomeno dello urban writing esiste da tempo, precisamente dagli anni ‘60 quando a New York comparvero i primi graffiti. Parallelamente alla diffusione di queste scritte illecite sui muri, forme di street art legale si sono ritagliate sempre più spazio, grazie anche alla fama internazionale raggiunta da alcuni artisti di strada, pensiamo ad esempio a Banksy. Grazie al crescente interesse verso la street art e alla popolarità raggiunta da alcuni street artist sono nati così diversi musei a cielo aperto che trasformano aree metropolitane in spazi espositivi mettendo a disposizione degli artisti muri e facciate dove realizzare i propri murales. Un esempio è il MAUA, museo di arte urbana aumentata situato nei quartieri di Milano, Palermo e Torino. Insomma, se da un lato abbiamo la street art e la sua celebrazione attraverso la concessione autorizzata di spazi pubblici, dall’altro abbiamo tutte quelle forme di imbrattamento illegali. Ed è proprio in quest’ultimo contesto che si vuole inserire il progetto educativo promosso dalla Soprintendenza.

Spray Paint di Banksy, New York, 2013 ©Banksy
Murales MAUA, autore Millo, Torino, 2014 ©MAUA

Questo progetto, chiamato Tra imbrattamento e street art, ha avuto tre edizioni, la prima nell’anno scolastico 2019\2020 e ha coinvolto in totale una trentina di classi di istituti superiori della città di Trento e Rovereto. Si compone di una serie di incontri con esperti e di un concorso finale in ottica di peer education. Gli incontri hanno previsto la partecipazione di restauratori che hanno guidato gli studenti in una serie di sopralluoghi per la città analizzando gli imbrattamenti segnalati dai ragazzi e fornendo loro informazioni in merito al danno arrecato e al lavoro di rimozione. Il progetto si articola così per essere multidisciplinare: l’educazione alla cittadinanza e al rispetto dei beni collettivi si unisce a nozioni di carattere tecnico relative ai danni che l’utilizzo di vernici o bombolette causano su supporti come muri, palazzi e monumenti, così come anche a nozioni di carattere storico-artistico attraverso la scoperta della storia dei palazzi e dei monumenti vandalizzati. Inoltre, gli studenti e le studentesse si sono interfacciati con uno studio legale analizzando la normativa vigente in merito all’imbrattamento e con due street artist che hanno raccontato la storia e l’evoluzione di questa forma d’arte urbana e la differenza che intercorre tra la realizzazione di un murales consentito e forme di imbrattamento illecite.

Alla conclusione di ogni edizione è stato indetto un concorso per chi ha partecipato al progetto con l’obiettivo di realizzare una campagna di sensibilizzazione per i coetanei: un’edizione ha visto gli alunni creare delle grafiche, le migliori sono diventate le copertine di una serie di quaderni inviati a tutte le scuole superiori del territorio trentino. Per un’altra edizione invece gli studenti hanno realizzato una serie di video riassuntivi dell’esperienza, i migliori sono stati trasmessi dall’emittente Rai. 

Copertine quaderni ©Soprintendenza dei beni culturali di Trento
Copertine quaderni ©Soprintendenza dei beni culturali di Trento

Negli incontri del progetto la Soprintendenza si è fatta promotrice non solo di disincentivare l’imbrattamento attraverso l’educazione degli studenti sui danni che questo causa ma anche di informare i giovani della possibilità di realizzare graffiti e murales in spazi appositi messi a disposizione dal Comune di Trento, come ad esempio le tapparelle di via Santa Margherita.  

Insomma, non solo educare ma offrire anche alternative legali a chiunque si senta particolarmente creativo.

Roberta Susini
Laureata in storia e politica in Inghilterra, ha conseguito un master in educazione museale a Milano. La Storia la affascina, ma ancora di più trovare il modo di comunicarla rendendola interessante e accessibile a tutti. Quando non è alla Fondazione Museo Storico del Trentino è a casa a fare l’ennesimo rewatch di The Office o della Signora in giallo.

(Aggiornato al 28 maggio 2024)