Cosa fa di una scoperta LA scoperta?

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Dalla penicillina alle onde radio, dall’elettricità al DNA, dal metodo scientifico alla comparsa e scomparsa dell’uomo di Neanderthal, dal fuoco alla possibilità di tramandare il sapere attraverso la scrittura.

I media specializzati, ma soprattutto quelli generalisti, abbondano di liste – più o meno ragionate e complete – delle “novità” che hanno cambiato il corso della storia. 

Ma cosa fa del risultato di una ricerca o di un ritrovamento casuale, LA scoperta in un certo ambito del sapere? 

È il fatto in sé o la previsione delle sue applicazioni? È il contesto in cui prende forma o il modo in cui viene comunicato? È una occorrenza nel presente in grado di mostrare sotto una nuova luce una pagina del passato?

Forse nessuno di questi elementi, preso singolarmente, ha il potere di cambiare il corso della storia, ma è la loro combinazione originale – il modo in cui le tessere del puzzle potrebbero incastrarsi – a fare la differenza.

In questo numero di History Lab Magazine abbiamo pensato di concentrarci sui risultati dell’azione dello “scoprire” ed escludere invece quelli derivati da ciò che si “inventa”, spesso a partire proprio da una scoperta. La scoperta è trovare ciò che c’è già; l’invenzione, invece, ideare ciò che non esiste. Così, si scoprono l’America, la gravità e il fuoco; si inventano la ruota, il telefono e internet. 

Anche con questo accorgimento, l’ambito di osservazione  resta comunque vastissimo. Quando parliamo di scoperte in generale pensiamo più o meno consapevolmente a quelle scientifiche, o al limite a quelle geografiche, eppure non mancano quelle storiche. Mediamente ci affascinano quelle legate alla Preistoria e creano grande interesse quelle archeologiche.

Per la rubrica “punti di vista”, Alice Manfredi ha raccolto il pensiero del direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, sulla scoperta della tomba di Tutankhamon: così importante  da destare ancora oggi grande fascino. Per una ragione tutt’altro che scontata.

Di scoperte scientifiche e divulgazione delle stesse – oggi come in passato – parla invece il secondo “punto di vista”, a cura di Matteo Gentilini, con un’intervista alla storica della scienza Ilaria Ampollini. 

Se c’è un ambito del sapere per eccellenza che, pur destando grande fascino, rimane astruso per i non addetti ai lavori, quello è l’astronomia. Perciò Davide Leveghi si è preso “un caffè con” l’astronomo Christian Lavarian per raccontare quali sono state le più grandi novità in ambito astronomico e cosa resta ancora da scoprire.

Le scoperte possono essere frutto di anni o decenni di ricerca consapevole, oppure possono arrivare così, quasi per caso, magari mentre chi le ha fatte era interessato a tutt’altro: una piccola casistica di questo fenomeno – che ci fa sorridere ma non è trascurabile – è contenuta nella Gallery a firma di Denis Pezzato. 

Del tema delle scoperte in ambito storiografico scrive nella rubrica strumenti Tommaso Baldo, evidenziando quanto queste nascano da un cambio di prospettiva piuttosto che dal rinvenimento di nuovi documenti o materiali.

Anche in ambito sportivo le scoperte sembrano essere in grado di cambiare il corso della storia, perlomeno di una certa disciplina e della sua narrazione: di come Dick Fosbury cambiò l’atletica con il suo stranissimo – per allora – “salto del gambero” scrive in “cronache” Alessandro de Bertolini.

Non potevano mancare infine i ritratti degli “scopritori”. In “topic” Francesco Filippi ripercorre le vicende del notissimo (e odiatissimo) Cristoforo Colombo, mentre in “storie di qui” Luca Nicolodi scrive del meno noto in Trentino (ma paradossalmente molto conosciuto negli Stati Uniti) Padre Chino, originario di Segno che in qualche modo “scoprì” la California.

Completano il numero, due proposte video a tema del nostro archivio History Lab e un articolo per “digital” scritto da Roberta Susini sul nuovo “urban game” proposto dalla Fondazione Museo storico del Trentino, dal titolo 1943. Salto nel buio.

Vi state chiedendo se da questa analisi semiseria sia uscita la ricetta della perfetta scoperta? La risposta è purtroppo chiaramente no. E se ce l’avessimo forse non verremmo a raccontarvela prima di averla messa in pratica. 

Certo qualche ingrediente lo abbiamo scovato. Quale?  A voi scoprirlo curiosando tra le proposte di questo numero!

(Aggiornato al 20 dicembre 2024)