Il Paese delle meraviglie, tra mito e realtà

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L’Irlanda, Paese che conta una popolazione di circa cinque milioni di abitanti, può vantare di aver dato i natali a ben quattro premi Nobel per la letteratura: William Butler Yeats, George Bernard Shaw, Samuel Beckett e, ultimo in ordine di tempo nel 1995, Seamus Heaney. 

Molti altri sono i narratori irlandesi la cui firma è un “must have” in biblioteche e librerie: come non nominare Jonathan Swift, James Joyce, Oscar Wilde, Bram Stoker per passare, in tempi più recenti, a Edna O’Brien, Roddy Doyle, Joseph O’Connor e Sally Rooney. E non meno impressionante è l’assiduità con cui gli autori irlandesi sono comparsi tra i candidati al Booker Prize, il riconoscimento letterario più prestigioso al mondo.

La produzione musicale folk e rock non è da meno come pure l’influenza che ha avuto su quella di molti altri paesi, Italia compresa. Se molte sagre e non solo, in occasione dell’ormai globalizzata festa di San Patrizio, offrono danze ai ritmi di emuli di Dubliners e Pogues, gli amanti del rock non potranno dimenticare di citare U2, Cranberries, My Bloody Valentine o Sinéad O’Connor. Nordirlandese è anche Van Morrison, cantautore e bluesman tra i più amati e influenti.

Il cinema è un’altra delle arti in cui gli irlandesi eccellono: il Paese vanta una storia cinematografica importante e un presente altrettanto notevole con un forte sviluppo in particolare nell’animazione. Durante la Notte degli Oscar del 2023, Gli spiriti dell’isola del regista Martin McDonagh ha raccolto ben nove candidature, dopo aver vinto tre Golden Globe, The Quiet Girl di Colm Bairéad è stato nominato miglior film internazionale (prima volta per un titolo gaelico) e An Irish Goodbye di Tom Berkeley e Ross White ha vinto l’Oscar per il miglior cortometraggio. 

Non stupisce quindi che il Trento Film Festival, il primo festival di cinematografia alpina al mondo, dedichi quest’anno la sua sezione tematica “Destinazione…” proprio all’isola verde, approfondendone con incontri e proiezioni le diverse sfumature culturali. Tra le varie iniziative, anche questo numero di History Lab Magazine che la nostra redazione ha realizzato con la collaborazione dello staff del Festival 

L’Irlanda è oggi una superpotenza culturale che eccede di gran lunga i propri confini spaziali esercitando il suo fascino in tutto il mondo. Al centro della nostra riflessione c’è quel ricco immaginario che chiamiamo Irishness, uno specifico culturale che si è diffuso ben prima dell’avvento dei mezzi di comunicazione di massa, attraverso le ondate migratorie susseguitesi nei secoli. 

Ma di cosa è fatta esattamente questa Irishness? E quel che comunemente identifichiamo come “tipico irlandese” è davvero tale?

Per provare a rispondere a queste domande abbiamo parlato di musica con il critico musicale e giornalista radiofonico John Vignola (intervistato da Sara Zanatta) e di letteratura popolare e classica con il traduttore e docente di Lingua inglese all’Università di Trento Antonio Bibbò (intervistato da Alice Manfredi). 

La contestualizzazione storica è affidata a una dettagliata cronologia di Tommaso Baldo, mentre Francesco Filippi mette sotto la lente di ingrandimento il mito dell’“irlandesità” interrogandosi su quanto rappresenti il reale.

A Mauro Gervasini, responsabile della programmazione cinematografica del Trento Film Festival, il compito di realizzare una Top 5 dei film più interessanti per capire il vero spirito dell’Irlanda, mentre lo staff del Trento Film Festival racconta la sezione “Destinazione…”, uno spazio che negli ultimi anni è cresciuto di importanza tra le proposte della rassegna.

Davide Leveghi ripercorre la vicenda dell’irlandese Roger Casement la cui figura è stata accostata a quella di un profilo molto discusso nel dibattito pubblico trentino, ricordandoci come anche la storia di alcuni personaggi resti indelebilmente incastonata nella memoria (non sempre comune) di un popolo.

Matteo Gentilini scrive  della serie televisiva Derry Girls ambientata in Irlanda del Nord durante gli anni del conflitto noto come The Troubles, un mix sapiente di racconto generazionale e storia politica nazionale. Luca Nicolodi infine decostruisce la tradizionale Gallery presentando una selezione di immagini che ritraggono più che i “luoghi” dell’Irlanda i suoi “luoghi comuni”. 

Buon ascolto, buona visione, buona lettura!

(Aggiornato al 18 aprile 2024)