Le parole per raccontarla

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La guerra irrompe nella quotidianità dei bambini e delle bambine, anche qui, in luoghi che consideriamo sicuri. Entra nei loro spazi, a casa e a scuola, si insinua nei discorsi delle persone di riferimento: genitori, nonni, insegnanti. 

La guerra irrompe in primo luogo con immagini apocalittiche, bombe che cadono, case distrutte, persone che scappano, uomini e donne riversi a terra, persino ragazzini. Fotogrammi trasmessi con costanza dalla televisione, in primo piano su internet. Immagini inequivocabili che entrano nella quotidianità dei piccoli, in quella che considerano la loro “sfera di sicurezza”, e frantumano certezze. 

La guerra arriva veicolata attraverso le emozioni che noi stessi – adulti – proviamo di fronte alla consapevolezza che alla fine è giunta anche qui, dove non avremmo mai pensato, in Europa. Paure e sentimenti che è difficile arginare.

Il conflitto arriva anche attraverso le parole dei media, o le nostre, quelle intenzionali e anche, forse soprattutto, quelle semplicemente orecchiate. 

In questa situazione, è difficile, se non impossibile, tenere la guerra fuori dalla “bolla sicura” dei bambini e delle bambine. E poi chissà se è giusto farlo. È giusto perseverare nella narrazione di un mondo perfetto, incantato, che per nulla rispecchia quello reale?

Non abbiamo tutte le risposte ovviamente. 

Ma, consapevoli delle potenza di fuoco – è proprio il caso di dirlo – delle immagini e in generale delle narrazioni sulla guerra, vogliamo riflettere sulle parole migliori per dirla. 

Vogliamo ragionare su quali strumenti abbiamo per raccontare tutto questo, un male che ci pare indicibile, ai più piccoli. 

Lo facciamo in questo numero di HistoryLab Magazine che prende in considerazione le guerre attuali, prima fra tutte quella in Ucraina, e, forti del nostro sguardo storico, quelle passate. 

Ci concentriamo sulle narrazioni rivolte ai bambini e alle bambine, dai più piccoli fino a quelli che frequentano la scuola primaria, consapevoli che un discorso a parte andrebbe fatto per gli adolescenti. 

Abbiamo raccolto il punto di vista di Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore e scrittore. Le sue riflessioni ci permettono di capire, dal punto di vista scientifico, quali informazioni sulla guerra sono in grado di comprendere e a quale età. 

Con la regista Cinzia Angelini abbiamo invece parlato del caso Mila – cortometraggio animato ambientato a Trento durante la seconda guerra mondiale – e di come il cinema di animazione sia un linguaggio particolarmente adatto per affrontare con gli “under 10” anche argomenti difficili. 

Abbiamo preso un caffè con Arianna Papini, scrittrice, illustratrice e vincitrice del premio Andersen per l’Infanzia che a Educa, il Festival sui temi dell’educazione di Rovereto, ha tenuto un incontro dedicato proprio al tema di questo numero del Magazine. 

Abbiamo dato la parola ai bambini e alle bambine: cosa vogliono veramente sapere loro della guerra? Ne abbiamo raccolto le domande, anche le più scomode, e il nostro Francesco Filippi si è cimentato nell’arduo compito di provare a dare delle risposte.  

Sappiamo che non è facile e che, proprio per questo, genitori, insegnanti e chi a vario titolo si occupa di educazione hanno bisogno di strumenti utili per affrontare la questione “guerra”. I libri e gli albi illustrati sono certamente validi alleati e perciò ne proponiamo una selezione in una gallery a cura dell’operatrice didattica Chiara Zanella. Anche i film di animazione – lo abbiamo detto – possono essere utili a questo scopo, ma la scelta di ciò che è adatto non è mai scontata come ci racconta Luca Ferrario, direttore della Trentino Film Commission.

Con Anna Pisetti del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto vediamo quali sono le questioni espositive e le riflessioni in gioco quando si vogliono coinvolgere le famiglie su questi temi. 

In un video curato dalla conservatrice museale Laura Santangelo facciamo un salto indietro nel tempo per conoscere un esempio di come, attraverso un giocattolo, il regime fascista introducesse i piccoli alla guerra.

Nella rubrica DidattiCare, con due pezzi a firma di Luca Caracristi e Tommaso Baldo della nostra Area educativa descriviamo due iniziative della Fondazione: la prima è un progetto per far conoscere alle classi della primaria la Grande Guerra attraverso gli occhi di un bambino, il secondo è un video che intende dare alcune coordinate storiche sul conflitto in Ucraina. 

Tante tracce, tanti sentieri alla ricerca di parole e narrazioni che consentano di rendere comprensibile la guerra – e il male che sempre essa comporta – ai più piccoli. Nella speranza che se avrà un senso per loro, forse lo avrà anche per noi. 

(Aggiornato al 14 settembre 2022)