A Trento, alle Gallerie, spazio della Fondazione Museo storico del Trentino, è in corso il progetto espositivo Anelli di congiunzione. Un progetto triennale con mostre dedicate ai giochi olimpici e paralimpici nell’ambito delle iniziative culturali che ruotano attorno a Milano Cortina 2026. Nella Galleria nera nella mostra Performance, secondo atto del progetto, è inserita anche una zona interattiva.
Qui il pubblico può mettersi alla prova con due postazioni con visori, esperienze immersive in realtà virtuale. In Downhill VR i visitatori possono cimentarsi in una divertente discesa con gli sci, cercando di accumulare punti per progredire nella storia e nell’evoluzione di questo sport. In Quiz Vr rimane l’elemento della discesa ma questa volta la si affronta a bordo di slittini e il giocatore deve rispondere a domande sulla storia delle discipline olimpiche invernali.
Altra postazione è Interactive Wall dove i visitatori si possono sfidare colpendo con delle palline una parete interattiva. Una postazione adatta a tutte le età e livelli di abilità, che promuove l’attività fisica in modo divertente attraverso alcuni giochi. Qui, i gruppi in visita possono sfidarsi o collaborare per stabilire i record in alcuni giochi.

L’obiettivo è quello di combinare apprendimento e divertimento attraverso la tecnologia interattiva. La sfida dei musei, soprattutto in ambito storico, dove il rischio di trasmettere le informazioni in maniera troppo frontale è sempre presente, è trovare un modo efficace per rendere i contenuti accessibili e interessanti. Questi approcci e queste modalità “giocose” sono importanti per stimolare l’apprendimento e favorire la curiosità, ma anche per l’attrattività di questi spazi museali.
Un caso che ho molto apprezzato è stato il Kindermuseum Schonbrunn di Vienna, ne avevo già parlato e trovate la presentazione a questo link. Si tratta di un museo progettato appositamente per i bambini, che invita a immergersi nella vita quotidiana di corte, sperimentando in prima persona usi, costumi e giochi del passato.
Un altro museo che ho recentemente visitato e che mi ha colpito per una narrazione immersiva nella storia è Galata Museo del mare di Genova, in cui è possibile salire ed esplorare l’interno del sommergibile Nazario Sauro, ormeggiato proprio davanti al museo.

All’interno del grande museo è presente la mostra “La Merica” dove, tra allestimento e installazioni, immedesimarsi nei viaggi degli emigranti attraverso l’oceano, nel XIX secolo, con i controlli e la scomoda vita a bordo. Tra le varie altre cose proposte è possibile anche salire su una ricostruzione di una galea genovese e provare a interagire con i materiali a bordo, ma anche a vogare, come facevano i galeotti, i rematori di queste imbarcazioni.

Un altro esempio di museo che mi ha colpito, ma che ho potuto però visitate solo in forma “virtuale”, è il Verzetsmuseum Junior, sezione per il pubblico giovane del Museo della Resistenza Olandese, pensato per visitatori sopra i nove anni. Un racconto che affronta un tema complesso come la vita durante l’occupazione nazista, la deportazione degli ebrei e la guerra, attraverso il punto di vista di alcuni bambini. I visitatori si muovono in alcuni ambienti ricchi di interazioni che uniscono conoscenza storica e aspetti ludici.

Tutti questi esempi dimostrano che divertirsi non significa banalizzare i contenuti o perdere la profondità del messaggio storico. Al contrario, il gioco e l’interazione possono diventare strumenti potenti per prendere coscienza del passato. Questo approccio, seppur più complesso da realizzare dal punto di vista progettuale, può rendere la storia più vicina e condivisibile da tutti.
Perché in fondo, se si impara divertendosi, si impara di più!
(Aggiornato al 30 giugno 2025)
