Tutorial: come rispondere alle domande “scomode” dei bambini

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Perché se la guerra è una cosa brutta i grandi la fanno?

Prima di tutto c’è da dire che a qualcuno, purtroppo, la guerra non sembra una cosa così brutta: se sei lontano da dove si spara, dove si soffre, dove si muore, a volte la guerra ti può sembrare solo un gioco o una specie di sport. Per questo chi vuole le guerre e le dichiara spesso non è lo stesso che poi è costretto a combatterle: è più facile dire “andiamo in guerra” e starsene a casa a fare il tifo piuttosto che andare di persona a uccidere, o a essere uccisi.

I grandi dicono di fare la guerra per molte ragioni, ma probabilmente la più forte è che sembra un buon modo per risolvere velocemente i problemi: se ad esempio uno Stato è povero può pensare che il modo più veloce per arricchirsi sia prendere le ricchezze dove ci sono già, magari in altri Stati. Oppure si dice di fare una guerra per vendicarsi di torti subiti, o per far valere quelli che si credono i propri diritti. Queste sono guerre che si fanno spesso ma di cui si capiscono poco i motivi, perché ognuno può dire di essere scontento per qualcosa e prendersela con qualcun altro per questo.

Purtroppo però la guerra produce di solito effetti contrari a quelli sperati: le guerre costano un sacco e distruggono ricchezze, oltre a far morire le persone, quindi gli Stati che sperano di arricchirsi con la guerra spesso si trovano alla fine più poveri di prima; la guerra poi produce ingiustizie e quindi chi va in guerra per “vendicare dei torti” spesso non fa altro che produrre torti nuovi, alimentando la rabbia e la voglia di guerre future. Infine la guerra distrugge i diritti, sempre, perché la prima cosa che si perde in guerra è proprio l’insieme dei diritti che fà di noi delle persone libere: non si può più andare dove si vuole, si deve obbedire a chi comanda senza protestare, non si può dire quello che si vuole, non si è certi di poter tenere quello che si possiede.

Perché i militari vanno sul campo di battaglia e non sparano dalle loro case?

Può succedere! Di solito le guerre che scoppiano tra gli Stati costringono i militari che vivono all’interno di questi Stati a spostarsi al confine, da dove potrebbe arrivare il nemico, per difendere il proprio paese o per invadere il paese altrui. Per questo può anche succedere che, se i militari abitano lungo il confine in cui scoppia una guerra, questi siano costretti a combattere proprio dalle loro case, per difenderle. Ci sono guerre in cui le battaglie si combattono in posti strani e lontani dalle case, come ad esempio sulle montagne del Trentino nella prima guerra mondiale, ma ci sono anche guerre con battaglie che si spostano sul territorio come delle tempeste distruggendo tutto, come nella seconda guerra mondiale, e allora può capitare che molti soldati siano costretti a combattere anche attorno, o dentro, le loro stesse case.

Chi vincerà questa guerra (quella in Ucraina)?

Non lo so e probabilmente non lo sanno nemmeno quelli che ora stanno combattendo. Sono abbastanza sicuro di sapere però chi la perderà: la popolazione civile sulle cui terre si continua a combattere, che ha già visto arrivare la morte e la distruzione. Anzi, loro l’hanno già persa.

Ma gli altri Stati aiutano solo a difendere o vanno anche a sparare?

Nella guerra che si sta combattendo ora in Ucraina ufficialmente ci sono molti Stati che aiutano i due paesi che stanno combattendo attraverso l’invio di armi oppure difendendo le ragioni di uno dei due Stati a livello internazionale, cioè sostenendo pubblicamente che ha ragione uno o l’altro.

Ci sono poi delle persone che singolarmente decidono di partire per combattere a fianco degli ucraini o dei russi, ma questa è un’azione che ufficialmente gli Stati che non sono in guerra non permettono, perché si rischia che la guerra si propaghi anche ad altri paesi. Ad esempio in Italia oggi è vietato andare a combattere per l’Ucraina o la Russia.

Perché non comanda un giorno Putin e un giorno quell’altro (Zelenski)?

Perché nessuno dei due accetterebbe di essere comandato dall’altro, nemmeno per un giorno. Nessuno dei due leader vorrebbe permettere all’altro di prendere delle decisioni su questioni importanti. I due capi di Stato, e anche le persone che comandano nei due paesi, non si fidano gli uni degli altri, anzi si odiano a tal punto, a causa delle distruzioni della guerra, che sono disposti addirittura a morire pur di non farsi comandare dagli altri. Purtroppo la guerra produce anche queste conseguenze.

Ma le guerre si vincono o servono solo per litigare?

In teoria le guerre si vincono e si perdono, ma negli ultimi secoli le armi usate per combatterle sono così potenti che nessuno mai riesce a vincere davvero, perché anche se si riesce a prevalere sull’altro i danni subiti durante le battaglie, coi bombardamenti e le distruzioni, sono tali che perfino il più forte dei vincitori ci avrà comunque sempre rimesso, nel combattere.

Le guerre quindi sono una specie di strano gioco, in cui si comincia pensando di vincere e di potersi addirittura prendere delle grandi soddisfazioni, ma poi in realtà ne escono tutti scontenti. La cosa triste è che questo essere scontenti lascia a tutti la voglia di togliersi di dosso questa brutta sensazione di scontentezza. E indovinate un po’ come molti pensano di potersi togliere questa sensazione? Distruggendo chi li ha resi scontenti, cioè facendo scoppiare un’altra guerra.

Una specie di girotondo da cui si esce ogni volta più scontenti, ogni volta più arrabbiati, ogni volta con più voglia di litigare.

Per questo è difficile far sparire le guerre dal mondo: ci vuole un grande sforzo per dire “bon, basta! Da qua in poi smettiamo di farci male, di litigare, e proviamo ad essere amici.” Speriamo che in tanti vogliano farlo, un giorno: si smetterebbe subito di fare la guerra.

Perché le armi rendono le persone cattive?

Le armi fanno illudere le persone che le impugnano di essere molto potenti, molto forti, e spesso sentirsi così forti fa credere alla gente di poter fare tutto quello che si vuole e di essere migliori degli altri. Per questo motivo chi impugna delle armi a volte pensa di poter fare tutto, di poter addirittura permettersi di essere cattivo, se gli va.

Quindi le armi sono oggetti molto pericolosi non solo per chi non le ha e può venirne ferito, ma anche per chi le possiede, perché usandole cambia. Si dimentica di essere un essere umano come gli altri e che chi gli sta intorno è in tutto e per tutto uguale a lui: ha i suoi stessi pensieri, i suoi stessi desideri, i suoi stessi dolori. Se le persone che usano le armi si ricordassero che il dolore che provocano è lo stesso che loro stessi potrebbero provare, probabilmente in molti, moltissimi, smetterebbero del tutto di usare le armi.

(Aggiornato al 14 settembre 2022)