Ha inaugurato a Torino il 10 ottobre scorso una mostra a lungo attesa, dedicata al regista americano Tim Burton. Animatore geniale, disegnatore, cineasta dallo stile inconfondibile, scrittore… è quasi imbarazzante provare a elencare le qualità di un creativo che, per chi è nato fra anni ottanta e novanta del Novecento, è un vero e proprio mito vivente.
La sede dell’esposizione non poteva che essere il Museo Nazionale del Cinema, che, oltre a una incredibile collezione permanente, presenta sempre un calendario di prestigiose mostre temporanee, non di rado monografiche dedicate a singoli registi, come quella recente su Dario Argento. Questa volta tocca a Tim Burton, che per l’inaugurazione ha pure tenuto una masterclass con i biglietti che sono andati a ruba in un attimo (credetemi, ho provato personalmente ad accaparrarmene uno!). La mostra è stata realizzata nel 2008, ospitata al MoMA di New York, e da allora ha continuato a viaggiare; per essere portata a Torino è stata completamente riadattata allo spazio della Mole con l’assistenza di Domenico De Gaetano, direttore del Museo. Una location molto apprezzata dal regista, che ai giornalisti ha detto: “It’s an unconventional show for an unconventional place”, una mostra non convenzionale per un luogo non convenzionale. E ha aggiunto che il museo gli è sembrato un grande parco divertimenti… non riesco a immaginare un complimento migliore che si potrebbe ricevere da Mr. Burton.
Molti dei mondi che ha inventato e portato sul grande schermo sono proprio questo: dei luna park mossi da macchinari fantastici, e abitati da personaggi che sono a metà fra l’automa, il mostro uscito da un horror o da qualche oscura leggenda. Tuttavia per Burton questi non sono “i cattivi” della storia, anzi il contrario: sono i “suoi” eroi, reietti con i quali non a caso lui stesso si immedesima. Tanto da aver affermato, proprio a Torino, che nonostante fama e successo, ancor oggi si sente come loro, un outsider. Non di rado il “vero cattivo” sono l’uomo e la donna qualunque: gretti, conservatori, radicalmente xenofobi nella loro incapacità di capire ed empatizzare con il “diverso”. Sono i mostri che tentano di normalizzarsi, con risultati grotteschi. Se c’è del pessimismo in Burton è proprio qui: per il freak è impossibile essere normale, anche se lo vorrebbe. L’unica soluzione è continuare a essere quello che è sempre stato, possibilmente lontano dagli esseri umani “normali”. Per il suo stesso bene. Spoiler alert: per Jack Skeletron sarebbe meglio continuare a fare il re di Halloween invece di voler essere Babbo Natale.
Molte delle sue opere più iconiche utilizzano la tecnica della Puppet Animation, sfruttata sin dagli albori del cinema: si utilizzano bambole fisiche riprese mediante la stop motion, per dare l’impressione di movimento. Si tratta a tutti gli effetti di “cinema di animazione”, anche se solitamente quando usiamo questo concetto pensiamo alla sua versione disegnata o più recentemente all’animazione digitale.
Proprio a questa tecnica peculiare, quasi a rischio di estinzione, sono dedicate molte delle attività didattiche pensate a corredo della mostra. Ne abbiamo parlato con Ornella Mura, referente dei Servizi Educativi del museo, che ha pensato e progettato tre interventi legati ad altrettanti temi presenti in mostra e così ce li ha raccontati:
“In occasione della mostra alla Mole Antonelliana, il Museo organizza per il pubblico la rassegna completa su Tim Burton, e per gli studenti, una selezione di film differenziata per i diversi gradi scolastici con presentazione a cura del personale del Museo Nazionale del Cinema. Inoltre, per approfondire alcune tematiche dell’immaginario burtoniano, è possibile seguire tre cine-lezioni, ovvero racconti accompagnati da sequenze filmiche.
Nella prima, dal titolo SERIE WEB: IL CASO WEDNESDAY, dopo un breve excursus sulla storia delle serie tv si studia in quale misura è cambiato il ruolo dello spettatore e la sua relazione con il prodotto audiovisivo, per poi analizzare il fenomeno Wednesday di Tim Burton, elogio dell’adolescenza “imperfetta”, confrontandoci con i gusti, le abitudini, le dipendenze audiovisive dei partecipanti, per una possibile fruizione più sana e consapevole.
La seconda cine-lezione dal titolo STOP-MOTION… LA RIVINCITA DEI PUPPETS è un racconto che descrive le diverse tecniche di animazione per poi approfondire la stop motion e in particolare la Puppets Animation, con l’analisi di sequenze tratte da capolavori di Tim Burton: Vincent, Tim Burton’s Nightmare Before Christmas, La Sposa Cadavere e Frenkenweenie.
Infine la cine-lezione C’ERA UNA VOLTA… TIM BURTON E LA FIABA. È difficile immaginare un regista che più di Tim Burton abbia fatto di questo genere il protagonista assoluto della propria arte. Le sue fiabe contemporanee sono la rivincita dei diversi e degli introversi. In un racconto accompagnato da celebri sequenze filmiche, la lezione ripercorrere la filmografia del regista e ne svela fonti d’ispirazione e contaminazioni.”
La mostra rimarrà aperta fino al 7 aprile 2024 ed è un appuntamento da non mancare, per tutti gli amanti del cinema e dell’animazione, e per tutti gli adulti non troppo cresciuti che si vogliono immergere in un mondo fantastico. Per informazioni più dettagliate sulle attività educative trovate tutti i recapiti qui sotto:
Per calendario e informazioni scrivere a didattica@museocinema.it
Tutte le attività per le scuole sul sito del museo: https://www.museocinema.it/it/scuole
(Aggiornato al 20 dicembre 2023)