Nel tardo pomeriggio del 15 aprile 2019, la cattedrale di Notre-Dame di Parigi fu devastata per la prima volta in quasi 900 anni di storia da un furioso incendio. Il tetto e la flèche, la guglia costruita nell’impattante restauro ottocentesco dell’architetto Eugène Viollet-le-Duc, consumati dalle fiamme, crollarono al suolo provocando tre ferimenti ma soprattutto un inestimabile danno patrimoniale e simbolico.
Proseguito fino alla mattina successiva, l’incendio impegnò nel suo spegnimento oltre 600 vigili del fuoco. Dalle prime ore, l’evento fu seguito dai media di tutto il mondo, suscitando un grandissimo impatto emotivo. Già nella notte, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron annunciava l’istituzione di una raccolta fondi nazionale per ricostruire la cattedrale. Il primo ministro Édouard Philippe rispose convocando per il giorno successivo un consiglio dei ministri per discutere un piano di ricostruzione. In tempi record, quando ancora il fumo si stava alzando dalle rovine, si stabilì così una tabella di marcia.
L’incendio, come detto, non suscitò immediate reazioni nella sola Francia, colpita in uno dei suoi simboli nazionali. Da tutto il mondo, infatti, arrivarono messaggi di cordoglio, la solidarietà internazionale si manifestò fra dolenti rintocchi di campane delle principali cattedrali di tutto il mondo e attestazioni di sostegno da parte delle autorità religiose ebraiche e islamiche.
Enti pubblici e aziende private, dalla moda alla finanza, diedero avvio alla “gara della solidarietà”, donando grandi somme per la ricostruzione. Fu Ubisoft, importante casa di produzione francese di videogiochi, a fare però maggior scalpore: oltre a devolvere 500.000 euro, mise a disposizione gratuitamente per una settimana lo scaricamento del suo più celebre gioco, Assassin’s Creed, nella versione ambientata proprio a Parigi.

Situato nella capitale francese durante la Rivoluzione, Assassin’s Creed: Unity racconta fra azzardati salti temporali una storia di un assassino alla ricerca di un manoscritto. Uscito ancora nel 2014, si distingue però per la ricostruzione degli ambienti. Fra questi, appunto, spicca una cattedrale di Notre-Dame capace di creare grandi (e false) aspettative. A poche ore dall’incendio, infatti, sui social comincia a rimbalzare una proposta: la ricostruzione della celebre chiesa gotica potrà contare sulla dettagliata riproduzione in 3D effettuata dai programmatori del videogioco?
Ubisoft, nel marasma mediatico immediatamente successivo all’incendio, interviene smentendo questa possibilità. Nel mentre, la settimana di download gratuiti si trasforma in un trionfo. Le recensioni, prima alquanto negative, assumono tratti entusiastici. Per Assassin’s Creed: Unity e la sua casa di produzione è una grande rivincita, dopo mesi e mesi di critiche, fra bug, accuse di sessismo e pesanti ripercussioni in borsa.

Nonostante la smentita, l’ipotesi di un sostegno di Ubisoft continua però a circolare. Riviste e siti di settore si rivolgono ai programmatori dell’azienda, chiedendo lumi sulle modalità di riproduzione in gioco della cattedrale. Caroline Mouille, autrice del lavoro di ricostruzione 3D, illustra differenze e incongruenze storiche: la tipica mobilità (nella forma del parkour) richiesta al protagonista ha spinto a creare appigli non esistenti, omissioni e anacronismi inoltre non mancano – come la celebre guglia ottocentesca, chiaramente non presente ai tempi della Rivoluzione. Alcune discrepanze dipendono addirittura, spiega ancora la programmatrice, dalle leggi di copyright dello Stato francese, che impedisce una riproduzione accurata di alcuni monumenti simbolo.
Ma perché, nonostante queste differenze, se n’è continuato a parlare? Perché questa ipotesi ha riscosso più clamore pubblico della possibilità di sfruttare dettagliati lavori di misurazione di fior fiore di accademici? Ricostruita nella sua forma universalmente riconosciuta, la cattedrale di Notre-Dame di Assassin’s Creed: Unity ha centrato il bersaglio perché capace di creare familiarità e meraviglia. Realistica anche se non accuratissima in ogni suo dettaglio, ha “vinto” grazie all’emozione. E ad una buona dose di marketing.
(Aggiornato al 20 dicembre 2022)