Il 25 dicembre le armi tacciono…o no?

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Non c’è Natale in cui il racconto dei media non dedichi un approfondimento a un celebre episodio della Grande Guerra. Fine del 1914, fronte occidentale: il tentativo tedesco di aggirare le difese nemiche e aprirsi la via verso Parigi è appena sfumato, la guerra di movimento si arena nel fango delle trincee del Belgio, gli eserciti belligeranti cominciano a fronteggiarsi lungo una linea che s’attesta dal Mare del Nord giù fino alla Svizzera. In diversi punti di questo lunghissimo fronte cominciano a verificarsi episodi di tregua informale: i soldati di entrambi gli schieramenti depongono le armi e si addentrano nella “terra di nessuno”. Recuperano i corpi dei commilitoni, fraternizzano coi nemici, si stringono le mani e si scambiano doni. Ciò che avviene in larga scala nel periodo natalizio del 1914, primo anno di guerra, avverrà poi in altri momenti in dimensioni molto più ridotte. Ma a riguardo gli ordini dei comandi di là innanzi saranno netti: solidarizzare col nemico è tradimento. 

Truppe britanniche e germaniche si incontrano nella terra di nessuno, 1914, settore Bridoux-Rouge Banc @Wikipedia

Le notizie sulla “Tregua di Natale” del 1914 cominciano a diffondersi grazie ai racconti dei soldati, giungendo alla stampa con qualche giorno di ritardo. La censura asfissiante e la martellante propaganda bellica, con la sua carica disumanizzante del nemico, sovrastano ogni voce che vede in quegli episodi di temporanea cessazione delle ostilità il segno della contrarietà di parte degli eserciti al conflitto. Gli inviti alla pace lanciati dalle suffragette inglesi con una lettera aperta alle donne tedesche e austriache o dal papa cadono nel nulla. L’ “inutile strage”, come da definizione del 1917 dello stesso Benedetto XV, proseguirà fino al novembre del 1918, producendo milioni di morti. 

Cos’ha di speciale, dunque, questo episodio? Cosa ci racconta? Ci dice più su un supposto “spirito natalizio” o sull’orrore di un conflitto fino a quel momento mai visto, in cui la tecnologia dimostra sulla pelle di milioni di soldati la sua immensa potenza distruttrice? Se la religiosità dei soggetti coinvolti è un dato storico con cui fare i conti, e che può certamente aver influito sulla volontà di cessare il fuoco, nondimeno ogni evento valetto nel suo contesto. “Saltando qua e là fra i secoli, troviamo altri eventi che stridono con l’idea che in quel giorno sacro per la cristianità “siamo tutti più buoni”.

Stragi, battaglie e tragedie costellano le vicende umane. Ognuno di questi eventi passa alla storia con un nome, spesso differente a seconda delle prospettive, e certo non mancano gli attributi più truci. 

D’Annunzio e i volontari fiumani, Fiume @Wikipedia

Nel nostro caso alla voce “Natale di sangue” troviamo almeno sette eventi, da quello a noi più vicino, ovvero gli scontri fra Regio esercito e volontari della Reggenza del Carnaro che misero fine all’esperienza fiumana promossa da D’Annunzio, ad altri decisamente più oscuri: dagli abusi della polizia losangelina contro dei civili nel 1951 alle violenze etniche compiute nella guerra civile cipriota nel 1963. Forza e brutalità, pertanto, non smettono d’essere esercitate durante le festività natalizie. Anzi. Ogni accadimento acquista un’evidenza e una forte carica simbolica tali da farlo apparire più grave che in altre occasioni. 

Per chi fatica a ricordare le date, d’altra parte, la coincidenza con il 25 dicembre offre non pochi vantaggi. Abbiamo così un riferimento chiaro per rammentare che il comunismo rumeno ebbe il suo termine quel giorno del 1989 con il giudizio sommario e l’esecuzione del dittatore Nicolae Ceauşescu e di sua moglie Elena; o che una tappa decisiva della fine dell’Unione sovietica si consumò due anni dopo, nel 1991, con le dimissioni da presidente dell’Urss di Michail Gorbačëv. 

Non è un caso, infine, che il giorno di Natale sia stato scelto da diversi regnanti per farsi incoronare: su tutti Carlo Magno, investito il 25 dicembre 800 del titolo di “Imperatore dei Romani” dal papa Leone III. 

L’incoronazione di Carlo Magno in un affresco di Raffaello del 1516-1517 (foto tratta da Wikipedia)

La forza simbolica per tutti i fedeli cristiani contenuta in questo giorno conferiva un rilevante significato religioso: il Natale nella Storia è anche questione di potere. 

(Aggiornato al 20 dicembre 2023)