Cos’è “Words of Olympians”?
Worlds of Olympians è una collezione del Museo Olimpico e in questo momento conta più di ottocento interviste filmate di olimpionici di ogni età, raccolte a partire dal 2009.Ad ogni edizione estiva e invernale dei Giochi viene allestito uno studio televisivo nel villaggio olimpico dove vengono registrate dalle sessanta alle ottanta interviste. Altre ne vengono registrate intervistando olimpionici in visita al Museo e, in casi selezionati, olimpionici anziani a casa loro.
Tutte le interviste vengono trascritte, catalogate e entrano a far parte della collezioni ufficiali del Museo Olimpico e del CIO (Comitato Olimpico Internazionale).
Che tipo di interviste raccogliete?
Ad ogni edizione ci sono delle priorità per avere una rappresentazione trasversale tra paesi, sport, genere ma chiaramente molto dipende anche dalle opportunità che si presentano. Quindi abbiamo un programma da seguire, però può anche capitare di incrociare un atleta simpatico che si rende disponibile e quindi cogliamo l’occasione per intervistarlo.

Dove si trovano queste interviste e che valore hanno?
Tutte le interviste sono inserite nelle collezioni del Museo Olimpico e sono perciò disponibili per tutti gli attori del Movimento Olimpico, Comitati Nazionali e Federazioni Sportive.
Vengono utilizzati degli estratti per le mostre, proprio come possono essere usati oggetti e immagini. Oppure vengono usati per pubblicazioni scritte, programmi educativi, contenuti digitali o comunicati stampa.
Il punto però è anche il loro valore a lungo termine: è un progetto di storia orale che potrà dare i suoi frutti anche tra cento o duecento anni, quando i ricercatori di allora potranno andare a sentire – per esempio – come atleti e atlete si preparavano ai Giochi di Milano Cortina 2026.
Queste interviste hanno un valore individuale perché ciascuna è una testimonianza unica della passione e dell’esperienza olimpica. Ma hanno soprattutto un valore nel loro insieme perché raccontano l’evoluzione dei Giochi e della figura dell’atleta nel tempo, oltre ad evidenziare l’unicità di questo evento e la trasversalità dello spirito olimpico.

Quale è il tuo coinvolgimento in questo progetto, c’è qualche intervista che ti ha colpito in particolare?
Io ho la fortuna di coordinare questo progetto dall’inizio, dal 2010, e ho fatto personalmente circa quattrocento o cinquecento interviste, e devo dire che il 99% sono bellissime. Per me sono momenti molto speciali. Gli olimpionici sono persone molto interessanti e soprattutto ispiranti!
Le interviste durano tra i venti minuti e l’ora, quindi sono lunghe: ovviamente abbiamo molte domande standard ma si possono personalizzare e approfondire alcuni passaggi o temi.
Una curiosità: l’olimpionico più anziano intervistato è stato l’ungherese Sàndor Tarics che aveva 103 anni quando nel 2016 lo abbiamo intervistato a casa sua. Aveva vinto l’oro nella pallanuoto durante i Giochi di Berlino del 1936. Mentre la più giovane è stata la giapponese Ginwoo Odera che ha partecipato nella disciplina dello skateboard alle Olimpiadi di Parigi del 2024: l’abbiamo intervistata l’anno scorso a Parigi, aveva 14 anni.

Un altro progetto molto interessante a cui partecipi è la raccolta di oggetti durante i Giochi: come funziona?
Sì, ad ogni Olimpiade, c’è un gruppo abbastanza piccolo, cinque o sei persone del Museo Olimpico, che si occupa di raccogliere degli oggetti, dei cimeli che entreranno a fare parte delle collezioni. Io cerco di aiutarli quando ho un po’ di tempo.
Quando spieghiamo questa lavoro, la gente si immagina spesso un’avventura alla “Indiana Jones”, pensano che basta andare a dire “Ciao, Usain, mi dai le tue scarpe”, ma in realtà ovviamente non funziona così.
Si inizia a lavorare mesi prima con le Federazioni, gli allenatori, i vari comitati, per individuare in anticipo potenziali donazioni da atleti o squadre. E poi durante le olimpiadi attiviamo questi contatti.
In ogni edizione raccogliamo circa cento o centocinquanta oggetti che entrano a far parte delle nostre collezioni per raccontare i Giochi ai nostri pubblici.
Ovviamente lo faremo anche a Milano Cortina con la difficoltà in più di “coprire” luoghi molto distanti tra loro.
(Aggiornato al 30 giugno 2025)