Le istituzioni pubbliche di un Paese spesso sono lente nel recepire i cambiamenti, anche i più significativi, e la loro refrattarietà al cambiamento costituisce una delle caratteristiche più importanti dei momenti di transizione nella storia delle società.
Tra la fine del regime fascista (25 luglio 1943) e la proclamazione dei risultati favorevoli alla Repubblica in Italia (13 giugno 1946) passano mesi importanti e convulsi, durante i quali la macchina dello Stato viene sottoposta a torsioni e cambiamenti fondamentali.
Il professor Guido Melis ne illustra le linee fondamentali e, soprattutto, i tratti di continuità.
Guido Melis, professore emerito di Storia delle istituzioni nell’Università La Sapienza di Roma. Nato nel 1949, ha insegnato negli atenei di Sassari, Siena e Roma, nonché per un triennio presso la Scuola superiore dell’amministrazione (allora così ancora denominata). Ha al suo attivo una ricca bibliografia di oltre 500 tra volumi, saggi, rassegne, recensioni, interventi vari, Dal 1995 dirige la rivista “Le Carte e la Storia”, edita dal Mulino. Tra i suoi libri “Due modelli di amministrazione. Tra liberalismo e fascismo” (1988), “Storia dell’amministrazione italiana” (1996 e n. ed. 2020), “La macchina imperfetta. Immagine e realtà dello Stato fascista” (2018). È stato deputato della Repubblica dal 2008 al 2013 (XVI legislatura).
(Aggiornato al 30 aprile 2025)