Pecore nere

#22

Pecore nere

L’arte di rompere, con eleganza e grande senso estetico

L’arte di rompere, con eleganza e grande senso estetico

Una creative director, una curatrice museale e una storica dell’arte hanno pensato a tutte le volte in cui l’arte contemporanea è stata sovversiva e hanno scelto ciascuna una figura del mondo dell’arte che ha messo in discussione l’esistente con gesti estremi o poetici, con scelte coraggiose di “resistenza”, con pratiche di libertà che trovano casa al museo ma non solo.

5 min

Giulia Siviero. Il femminismo che fa la differenza

Giulia Siviero. Il femminismo che fa la differenza

Le donne nella storia si sono trovate più volte a mettere in atto pratiche di dissenso per sovvertire le regole di una società che tendeva a discriminarle quando non addirittura a escluderle. Dell’efficacia di queste pratiche collettive, in un mix di militanza e creatività tra storie e Storia, si occupa il libro “Fare femminismo” (Nottetempo, 2024) scritto da Giulia Siviero, femminista e giornalista al Post, dove si occupa di questioni di genere e politica delle donne.

14 min

Giusto Traina. Antiche “pecore nere”: passare, bene o male, alla Storia.

Giusto Traina. Antiche “pecore nere”: passare, bene o male, alla Storia.

Il passato sembra pieno di rompiscatole e molti di quelli che consideriamo personaggi famosi sono entrati nei nostri libri di storia proprio grazie, o per colpa, del loro essere delle figure di rottura (di scatole). Il professor Giusto Traina, docente di storia antica e autore di molte monografie, ci racconta le vite di personaggi come Caligola, Alcibiade, Attila, e lo stesso Cicerone attraverso la lente della storia come complessità prospettica. Perché in fondo ognuno di noi può essere il rompiscatole (o l’eroe) di qualcun altro.

20 min

Luoghi in cui fare rumore

  • Su una nave mercantile

    Rompere le scatole, in senso letterale. La notte del 16 dicembre 1776 nelle acque del porto di Boston vengono riversate 342 casse di pregiato tè da una nave della Compagnia delle Indie. Sulla banchina la folla acclama una sessantina di uomini vestiti con copricapi indiani. È il Boston Tea Party, una delle più note proteste dei coloni americani contro le tasse e i monopoli imposti dalla corona inglese. Valore del danno: circa 180.000 sterline, più di 2 milioni al cambio attuale. Bella rottura! #Library of Congress

  • In una sala da padel ante litteram

    Palla, rete, racchetta, una sala; le pareti valgono rimbalzo. Non è padel, è la pallacorda, sport antico, con un certo seguito tra la nobiltà più fit. La Reggia di Versailles, ad esempio, possiede una Sala della Pallacorda ricordata però non tanto per le prodezze sportive di Luigi XVI, quanto, come richiamato dalla tela di David sopra, perché in questa sala si sono rinchiusi quei “rompi-palle” dei deputati del Terzo Stato, decisi a non sciogliersi senza aver dato una costituzione alla Francia. È il 20 giugno 1789: il resto è rivoluzione. #Musée Carnavalet

  • Allo stadio

    La bandiera del campione irlandese di salto in lungo Peter O’Connor, portata con sé alle Olimpiadi di Atene del 1906. Il 27 aprile, durante le premiazioni, O’Connor si arrampica sui 20 metri dell’asta e sostituisce il drappo della Union Jack inglese con questo, recante il motto indipendentista Erin go bragh (“Irlanda per sempre”). È la prima di una lunga serie di “rotture da stadio”. #Irish Times

  • Su un mezzo pubblico nel Deep South

    22 febbraio 1956. Un agente registra le impronte digitali di Rosa Parks mentre, fuori, il movimento per i diritti civili della comunità afroamericana muove i primi passi. Pochi mesi prima, Parks aveva rifiutato di cedere il posto riservato a soli bianchi su un autobus di Montgomery, Alabama. Al gesto seguono mesi di importanti mobilitazioni che portano la Corte Suprema degli Stati Uniti a dichiarare incostituzionale la pratica della segregazione razziale sui mezzi pubblici. #Library of Congress

  • Sul tettuccio di una volante

    01 ottobre 1964. Lo studente Mario Savio “rompe” dal tettuccio di una macchina della polizia nel campus dell’Università di Berkeley, California. Le forze dell’ordine stanno trattenendo un giovane colpevole di aver allestito un banchetto antisegregazionista. Tanto è bastato per contravvenire alle restrittive norme contro la libertà di discussione politica imposte dal rettorato. Le parole di Savio ispireranno il Free Speech Movement e l’avvio della lunga stagione della contestazione studentesca. #Berkeley Library

  • Su un arbusto centenario

    Attivisti fanno tree sitting sugli alberi della foresta pluviale di Pureora, in Nuova Zelanda, per opporsi al disboscamento sfrenato di quegli arbusti secolari (1978). Questa nuova battaglia per la conservazione, guidata dall’attivista Stephen King (non quello di It, ndr), porterà il governo a una risolutiva moratoria sul disboscamento e alla seguente istituzione del Pureora Forest Park. #National Library of New Zealand

  • Sul web

    La scritta apparsa sui computer NASA colpiti da un virus worm nel 1989, con la frase “il sistema è stato ufficialmente masturbato”. La parola wank (“farsi una sega”) è anche l’acronimo degli autori che si firmano Worms Against Nuclear Killers. Dietro ci sono due giovani “rompi-pixel” australiani, contrari al programma di lancio della sonda Galileo su Giove, considerato (per fortuna a torto) un potenziale pericolo di disastro nucleare. Per molti si tratta del primo atto di hacktivism della storia. #Wikimedia Commons

  • Al McDonald’s

    12 agosto 1999: l’allevatore José Bové e il suo gruppo di attivisti smantellano un McDonald's in costruzione a Millau, come risposta ai dazi americani imposti sul Roquefort che Bové produceva nella propria fattoria. Questi, arrestato e scarcerato con tanto di acclamazione popolare, diventa presto uno dei principali portavoce mondiali della lotta alla globalizzazione dell’industria agroalimentare e non. #Actipedia

  • In un negozio di dischi

    2006. L’interno del debut album di Paris Hilton remixato illegalmente dal musicista inglese Danger Mouse e “ritoccato” dal famigerato Banksy. Il cd, molto somigliante all’originale, è stato stampato in 1.500 copie, sostituite di nascosto a quelle vere in circa una quarantina di negozi di dischi inglesi. Gli artisti intendevano così criticare il modello socio-culturale proposto in salsa pop-music dalla contestata ereditiera. #Plazzart