History Gamers!

#08

History Gamers!

Carmine Rodi Falanga. Passato e videogiochi: nascita e sviluppo di un genere

Carmine Rodi Falanga. Passato e videogiochi: nascita e sviluppo di un genere

Carmine Rodi Falanga vive a Praga e da oltre vent’anni si occupa di formazione esperienziale: uno dei grandi temi con cui si è confrontato è proprio l’educazione attraverso i videogiochi, all’interno della cosiddetta “Game based learning”. Inoltre è appassionato e giocatore di videogiochi sin da quando esistono. In questa intervista gli abbiamo chiesto di raccontarci dal suo punto di vista privilegiato l’evoluzione del fenomeno dei videogiochi di ispirazione e ambientazione storica e di come gli studi storici abbiano influenzato questo mercato.

16 min

Claudia Molinari. Il videogame è un gioco da ragazze (ma ancora non abbastanza)

Claudia Molinari. Il videogame è un gioco da ragazze (ma ancora non abbastanza)

Visual designer e digital 2D artist, Claudia Molinari è direttrice creativa e producer di “We are Muesli” studio di design indipendente di Milano specializzato in giochi narrativi a tema culturale, storico e artistico. Forte di una formazione articolata, ha vinto numerosi premi nella grafica e nell’illustrazione e insegna queste discipline in alcuni istituti milanesi. In questa intervista ci racconta il suo punto di vista sul panorama attuale dei videogiochi soffermandosi anche sulla presenza delle donne in questo mondo considerato a torto o ragione “molto maschile”.

12 min

Igor Pizzirusso, i videogiochi tra metodo e spasso

Igor Pizzirusso, i videogiochi tra metodo e spasso

Dalla “giocabilità” dei games di genere storico alle diverse generazioni di “videogiocatori seriali”: Igor Pizzirusso, digital historian presso l’Istituto nazionale Ferruccio Parri e coordinatore del gruppo “Storia e gioco” dell’Associazione Italiana di Public History, racconta una passione diventata parte del suo lavoro. Gli abbiamo fatto un sacco di domande, fino a scoprire che il suo videogioco storico preferito… è un fantasy!

12 min

Cartucce

  • Brown Box: press start button (1968)

    E’ il 1968. La TV, soprattutto negli USA, è ormai un bene di consumo e qualcuno sta già pensando a come renderla interattiva. Quando l’ingegnere Ralph Baer presenta la Brown Box, la prima console videoludica per uso commerciale della storia, inizia l’era del videogame. @Smithsonian Institution

  • Computer space: le sale giochi (1971)

    Con la seconda metà degli anni Settanta (ancora di più negli Ottanta) il videogame si fa conoscere come rito pubblico. E’ il momento degli arcade: si gioca nei “cabinati” delle sale giochi o dei bar. Ah. E serve un gettone, magari per fare una partita a Computer space, un minimalissimo sparatutto in salsa cosmonautica considerato il precursore delle console di questo tipo. @Internet Archive

  • L’Atari 2600: il videogioco entra in salotto (1977)

    Derivate dalla Brown Box, le prime stazioni di gioco casalinghe sono composte da una console con attacco alla TV (persino con l’ausilio di viti), un joystick e, di norma, un solo gioco. Ma il successo commerciale del videogame da salotto inizia solo nel 1977, quando l’azienda giapponese lancia l’Atari 2600 Video Control System. Bastano una TV e 140 dollari per portarselo a casa. @Wikimedia Commons

  • Space Invaders home version (1980)

    TV, console, joystick e…cartuccia!? Sì. Prima di Steam o del Cd, il formato più comune dei giochi per queste console è la cartridge. I titoli, soprattutto all’inizio, sono spesso “ripescati” tra gli arcade più popolari e Space Invaders è uno di questi. Già fenomeno indiscusso delle sale giochi, nel 1980 esce per l’Atari 2600 che quadruplica le vendite, affermandosi come console leader del settore. @Internet Archive

  • Sega Master System: console dimenticate (1985)

    Nel corso degli anni Ottanta, in parallelo al fenomeno delle sale giochi, sul mercato delle console iniziano a presentarsi diversi marchi noti anche oggi, mentre altri ce li siamo un po’ dimenticati. Ad esempio: vi ricordate il riccio Sonic? Le console Sega conoscono una buona diffusione in Nord America e in Europa, come ci dimostra questa versione bundle del Sega Master System “brandizzato” Italia ‘90. @Wikimedia Commons

  • Super Mario World: un idraulico pop (1990)

    Vera icona pop degli anni Ottanta oltre che personaggio da videogioco, Mario, un simpatico idraulico salterino di origine italiana, ha contribuito non poco al successo planetario della console di Nintendo, una delle pietre miliari della storia del videogaming per popolarità. Il terzo capitolo della saga “Super Mario Bros” esce nel 1990 e vende più di 20 milioni di copie. @Wikimedia Commons

  • Cambiano i giochi: arriva la Playstation (1994)

    Gli anni Novanta si aprono così all’insegna dello strapotere Nintendo. Ma nel 1994, dopo una martellante campagna pubblicitaria, la Sony passa al contrattacco e mette in vendita una console destinata a rivoluzionare (in tutti i sensi) i giochi. La Playstation si presenta con un design accattivante, perfino nei joystick, con la tastiera disposta nell'iconica sequenza ics-quadrato-triangolo-cerchio. Conterà più di 100 milioni di unità vendute. @Wikimedia Commons

  • Tekken 3: “fare la modifica” (1997)

    Finisce il dominio della cartuccia. Sony decide di affidare i propri prodotti ad un nuovo formato: il Cd ottico (quello con lo sfondo nero). La saga picchiaduro di Tekken diventa così uno dei giochi più “giocati” e probabilmente… anche dei più piratati! Con l’impiego del Cd, per Sony, inizia infatti anche la (mal)tollerata pratica di “fare la modifica alla Play”, come si diceva negli anni Novanta, cioè di impiegare dischi masterizzati. @Wikimedia Commons