“La carta della canaglia” e non solo
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Che cos’è un graffito? Chi scrive sui muri? Qual è il rapporto delle autorità pubbliche con queste scritte? Sono solo alcune delle domande che abbiamo posto a Desi Marangon in questa intervista. Storica e scrittrice, è specializzata nello studio delle iscrizioni e dei graffiti di Venezia. Desi Marangon ha conseguito un dottorato di ricerca in studi storici, raccogliendo le epigrafi di Venezia e indagando l’influenza della cultura bizantina su queste ultime.
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In carcere, il muro della cella diventa spesso l’unico supporto dove poter “urlare” tutta la propria rabbia, la paura, i desideri e la nostalgia dei condannati alla prigione. Le tracce lasciate dai detenuti diventano quindi una fonte per ricostruire non solo i caratteri istituzionali e giudiziari del sistema detentivo, ma anche gli aspetti sociali e devozionali legati alla detenzione.
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Sulle rocce del monte Cornón in valle di Fiemme sono presenti migliaia di scritte, eseguite dai pastori con ocra rossa e rudimentali pennelli; una storia narrata mediante segni, lettere, numeri e simboli da uomini illetterati, nelle pause del loro lavoro, che ora rappresenta un patrimonio etnostorico unico, una sorta di archivio di pietra a cui attingere per ricostruire il passato più recente della pastorizia fiemmese.
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Impegnato da anni a contrastare le scritte d’odio sui muri del Veronese, Pier Paolo Spinazzè, in arte CIBO, è divenuto celebre in tutto il mondo per la sua personale ricetta antifascista. Senza sosta, colpo su colpo, risponde a chi deturpa i muri con svastiche, croci celtiche et similia coprendoli con disegni di cibo. In questa maniera colora le città e le campagne portando un messaggio che concilia la militanza con la conoscenza delle tradizioni culinarie e della complessità di questo elemento culturale centrale per l’identità nazionale italiana.
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È il sentimento più cantato in musica e poesia. Ma anche uno di quelli che da sempre trova spazio in contesti più “urbani”, come le mura delle città. Tra iperboli, slang, scritte oscene e frasi tenere, i graffiti d’amore sono un campionario di creatività e una delle lenti attraverso cui osservare le società, i gruppi, le persone che li producono.
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I muri sono stati per secoli uno strumento di comunicazione trasversale, utilizzato soprattutto da chi, senza voce, vuole contrastare il potere. Il Ventennio mussoliniano vede in Italia un ribaltamento di questa prospettiva, trasformando i muri delle città nel megafono della dittatura.
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La sera del 24 novembre 2023 il Centro Sociale Bruno, nel corso di una manifestazione pubblica, ha realizzato un graffito nel sottopassaggio delle Albere a Trento. Il gesto voleva lanciare un messaggio contro la violenza di genere. Ce ne parlano due rappresentanti del Coordinamento studenti medi che hanno partecipato all’iniziativa.
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