La politica degli oggetti politici
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Cosa raccontano gli oggetti politici? In questa intervista, la storica Carlotta Sorba docente presso l’Università di Padova e l’European University Institute, ci racconta come lo studio della cultura materiale possa aiutare a comprendere dinamiche complesse come quelle della politica, della costruzione delle identità sociali, dei consumi e delle emozioni.
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Partendo da un basco rosso conservato presso il Museo più piccolo del mondo ad Albinea emergono le vicende del partigiano Battista Bortesi.
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Il Muro sembra ancora essere una delle attrazioni più forti di Berlino, ma anche qui, come per molti altri luoghi della capitale tedesca, si ha spesso la sensazione di rincorrere una chimera.
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Come può un museo moderno esporre oggetti “sensibili” come le armi o frutto di predazioni per esempio durante l’epoca coloniale? Come può disinnescare la portata negativa di certi simboli come quelli legati al nazifascismo? E come può dopo oltre cent’anni continuare ad implementare le proprie collezioni? Di questi e altri temi abbiamo parlato con Francesco Frizzera, direttore del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.
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L’idea di utilizzare gli oggetti per la comunicazione politica non è certo nuova. Da Garibaldi al Che, l’immagine di personaggi politici è da sempre stata impressa sugli oggetti, siano essi servizi da tavola, tabacchiere, magliette o spille. Ma chi sono oggi e nel passato più recente i “campioni” e le “campionesse” di questa pratica?
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Ci sono oggetti che a prima vista non diremmo “politici”. Eppure senza di loro non sarebbero state scritte parole importanti di dissenso, denuncia, sensibilizzazione. Sono le macchine a stampa, protagoniste di una florida produzione di volantini e giornali, spesso realizzati e distribuiti in clandestinità. Alcune di queste, dopo essere state dei veri e propri strumenti di lotta, si “godono la vecchiaia” nei magazzini o nelle sale dei musei.
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Un museo dedicato alla memoria dei sette fratelli Cervi, uccisi dai fascisti il 28 dicembre 1943 per la loro attività partigiana. La loro casa è diventata nel tempo meta di un pellegrinaggio laico.
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