La storia non è un libro in cui si volta pagina
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Alba Bonetti, presidente della sezione italiana di Amnesty International, ci porta all'interno delle zone di guerra e ci mostra come le conseguenze dei conflitti diventino delle ferite che difficilmente riescono a rimarginarsi.
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Se riflettiamo bene, la pace non “scoppia”, la guerra sì. La parola pace è quasi sempre accompagnata da un aggettivo (giusta, equa, sostenibile, duratura…), quasi da sola non avesse vita propria. La parola guerra è più autonoma, facilmente visualizzabile, adatta alla comunicazione mediatica e politica dell’‘ora e adesso’, spettacolare nella sua violenza.
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La guerra non finisce il 25 aprile o l’8 maggio 1945 ma getta i suoi oscuri e nefasti effetti ben oltre la sua conclusione. Ecco ciò che accadde in Trentino.
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Le istituzioni pubbliche di un Paese spesso sono lente nel recepire i cambiamenti, anche i più significativi, e la loro refrattarietà al cambiamento costituisce una delle caratteristiche più importanti dei momenti di transizione nella storia delle società. Tra la fine del regime fascista (25 luglio 1943) e la proclamazione dei risultati favorevoli alla Repubblica in Italia (13 giugno 1946) passano mesi importanti e convulsi, durante i quali la macchina dello Stato viene sottoposta a torsioni e cambiamenti fondamentali. Il professor Guido Melis ne illustra le linee fondamentali e, soprattutto, i tratti di continuità.
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Come è avvenuto il passaggio dell’Italia dalla guerra alla pace alla fine della seconda guerra mondiale? Con questa cronologia ricostruiamo gli eventi che vanno dal riconoscimento ufficiale delle forze politiche e militari della Resistenza da parte del governo del Regno d’Italia all’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana.
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Cinque albi per raccontare l’indicibile ai bambini e alle bambine. Cinque libri molto diversi tra di loro, per trama, aderenza alla realtà, illustrazioni. Ma accomunati da un elemento: la speranza, alla fine. Che è soprattutto una speranza di pace. Perché senza questa la guerra non è immaginabile per i piccoli e, forse, nemmeno per noi.
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